Alla veglia dei giovani, nelle Grotte Vaticane, Giovanni Paolo II ricordato come testimone
di Gesù Crocifisso e Risorto
Il segreto della vita e della testimonianza di Giovanni Paolo II era la certezza profonda
dell’unione con Dio in Gesù Cristo: è quanto ha spiegato ieri sera il cardinale vicario
Camillo Ruini, che nelle Grotte Vaticane ha presieduto la veglia di preghiera dei
giovani in memoria di Papa Wojtyla. Davanti la Tomba del Pontefice scomparso tre anni
fa hanno pregato anche il cardinale Angelo Comastri e il cardinale Stanislao Dziwisz.
Il porporato ha affidato a Giovanni Paolo II le inquietudini degli uomini e in particolare
quelle dei giovani ricordando quelli che hanno seguito la veglia dalla cappella dell’Episcopio
dell’arcivescovado di Cracovia. Il servizio di Tiziana Campisi:
(canto)
Centinaia
di piccole luci hanno rischiarato ieri sera Piazza San Pietro, dove in tanti hanno
voluto ricordare Giovanni Paolo II, mentre nei megaschermi scorrevano le immagini
della sua Tomba. E ai giovani, in particolare, è andato il pensiero del cardinale
Camillo Ruini, quelle sentinelle del mattino alle quali Papa Wojtyla ha affidato il
Terzo Millennio. A loro il porporato ha detto:
“Se
volete che questa gioia della vostra vita possiate sentirla e possiate amarla come
qualcosa che non sfugge, che non evapora, non sbiadisce e soprattutto non tradisce,
chiedete al Signore che vi faccia comprendere che questa vita è il frutto dell’amore
che Dio ha per noi, non è un cieco destino, e perciò questa vita non si interrompe
e non finisce con la morte perché l’amore di Dio è fedele ed è l’unico amore più forte
della morte”.
A tracciare il percorso della vita di Giovanni Paolo II
è stato il cardinale Angelo Comastri che così ne ha sintetizzato la figura:
“E’
stato un meraviglioso testimone di Gesù crocifisso e risorto, la sua vita è stata
un messaggio, è stata un annuncio … In questo sfacelo del corpo è apparso chiaro a
tutti che un’altra vita pulsava in Giovanni Paolo II: era la vita di Gesù crocifisso
e risorto”.
Nelle sue riflessioni il porporato ha descritto il modo
straordinario con il quale Papa Wojtyla ha tradotto il comandamento di Gesù di annunciare
il Vangelo, ha spiegato che attraverso le numerose beatificazioni e canonizzazioni
del suo pontificato ha voluto far vedere al mondo l’opera continua dello Spirito Santo,
invitando tutti alla santità. Nel momento esatto in cui Giovanni Paolo II ha raggiunto
la casa del Padre, poi, il cardinale Comastri ha invitato al silenzio, quindi ha aggiunto:
“Totus
tuus: egli era totalmente di Maria per essere totalmente di Gesù. Giovanni Paolo II
ci ha fatto riscoprire la presenza di Maria nella pagine del Vangelo … Maria è presente
nella Chiesa per educarci al sì, come spesso ripete, anche Papa Benedetto XVI. Maria
è la grande educatrice della nostra fede”.
Infine il porporato ha affermato
che “consegnarsi a Maria è il modo più sicuro per arrivare a Gesù” e che per questo
Giovanni Paolo II ha voluto consacrare il mondo, e in particolare la Russia, alla
Vergine. Al termine della veglia ha parlato invece ai giovani il cardinale Stanislao
Dziwisz:
“Siete le sentinelle del mattino, gioventù che annuncia il
nuovo giorno, una nuova stagione, piena di sole, piena di bontà; siete la generazione
di Giovanni Paolo II, che ha il compito della nuova evangelizzazione”.
Poi
il porporato si è rivolto idealmente al Pontefice del quale per anni è stato segretario,
prima in italiano, quindi in polacco, per salutare i giovani riuniti in preghiera
a Cracovia:
“Dopo tre anni, possiamo dire, tu non ci hai lasciato mai
… Pensiamo al tuo insegnamento, all’esempio della tua vita che continua a parlare
alle nostre coscienze. A Castel Gandolfo, il tuo successore, Benedetto XVI, ha ricordato
un aspetto centrale del tuo pontificato, ti ha chiamato apostolo della Divina Misericordia.
Santo Padre, desideriamo intraprendere la tua eredità, proseguire il programma della
nuova evangelizzazione; desideriamo proclamare la sacralità della vità e la santità
della famiglia, del matrimonio”.
Nel nome di Gesù,
ha concluso il porporato, vogliamo essere dalla parte dei poveri, degli umili, ma
anche dei perseguitati a causa della giustizia o della religione. E proprio nel nome
di Cristo, ha detto il cardinale Dziwisz, migliaia di ragazzi si raduneranno questa
estate a Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù voluta da Giovanni Paolo II
per far sperimentare alle giovani generazioni la gioia del cristianesimo.