2008-04-02 15:01:00

Mine anti-uomo: Sudan e Burundi distruggono arsenali


Sudan e Burundi sono riusciti a distruggere i rispettivi stock di mine antiuomo entro la scadenza internazionale del primo aprile. Altri Paesi, come Grecia e Turchia, sono in ritardo. Lo ha annunciato a Ginevra la 'Campagna internazionale contro le mine' (Icbl), chiamata a controllare che tutti gli Stati aderenti al Trattato di Ottawa sulle mine anti-uomo si impegnino a distruggere i loro arsenali entro i quattro anni successivi all'adesione e a bonificare le zone minate entro dieci anni. A sorpresa, la scadenza del primo aprile 2008 è stata pienamente rispettata dal Burundi (che ha eliminato 610 mine) e dal Sudan (6.078). Grecia (1,6 milioni di mine), Turchia (2,9 milioni) e Bielorussia (3,4 milioni di mine), per i quali la scadenza risale al primo marzo scorso, non hanno rispettato il loro impegno. Inoltre, almeno 16 Paesi non riusciranno ad adempiere alle operazioni di bonifica nei 10 anni indicati dal Trattato. L'impegno dei Paesi africani sull'argomento è reso evidente anche dalla 'Dichiarazione di Livingstone', un documento approvato oggi da 38 dei 39 Stati che hanno partecipato nei giorni scorsi al primo incontro internazionale dei Paesi africani sul bando delle mine anti-uomo. La dichiarazione – ricorda l’agenzia Misna - impegna i Paesi firmatari a negoziare il bando totale su questo tipo di armi durante l'incontro previsto a Dublino dal 19 al 30 maggio. (A.L.)







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