2008-04-02 15:05:50

La diocesi di Milano critica lo sgombero di alcuni campi rom


Fanno ancora discutere le modalità dello sgombero, ieri, di alcuni campi rom abusivi ieri a Milano: oltre 180 baracche distrutte in tre diverse zone della città, 205 rom romeni allontanati dalla forza pubblica. Il vicesindaco, Riccardo De Corato, ha chiesto rimpatri coatti selettivi con pene di 10 anni da scontare nelle carceri del proprio Paese. Critica la diocesi di Milano che, in un editoriale sul sito internet, in sostanza ha affermato di non considerare interventi di questo genere come una soluzione perché se “la legalità è sacrosanta”, l'impressione è “che si stia scendendo sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani”. Alessandro Guarasci ha intervistato il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo:RealAudioMP3
 
R. – Questo sgombero è avvenuto senza un minimo di assistenza sociale, di presidio sociale, nei confronti delle famiglie che venivano sgomberate, famiglie con tanti bambini e donne incinta. Non c’era un’ambulanza, non c’era una bottiglia d’acqua. L’ultimo sgombero significativo avvenuto nella periferia di Milano almeno aveva visto l’offerta di una soluzione, anche se temporanea, per le donne e per i bambini, nei dormitori del Comune di Milano. Questa volta nemmeno questo. Crediamo che l’appello alla legalità, che ovviamente deve stare a cuore ad ogni cittadino italiano, debba coniugarsi con quella legalità che è il rispetto dei principi della nostra costituzione, dei diritti fondamentali delle persone.

 
D. – Adesso però questi rom dove sono andati?

 
R. – Non sono certamente ritornati in Romania. Si sono sistemati, allocati, sotto i ponti della ferrovia, in zone ovviamente periferiche della città, sfuggendo ad un controllo che almeno quand’erano concentrati tutti insieme, le forze dell’ordine potevano effettuare in maniera più efficace.

 
D. – E’ la prima volta che il Comune di Milano utilizza metodi così duri?

 
R. – Il Comune di Milano aveva fatto sorgere già da anni una decina di campi rom autorizzati dal Comune stesso. Quindi, non è che la politica del Comune di Milano sia stata soltanto una politica di sgombero. Noi appoggiamo il Comune di Milano, quando dice “non possiamo sostenere noi da soli il peso di queste presenze”. Ma non c’è mai stata nessuna forma significativa di solidarietà istituzionale – penso alla provincia, alla regione – per una progettazione che prevedesse una distribuzione più equa e quindi meno impattante, meno pesante per i cittadini.

 
D. – Come risponde a chi dice che i rom vogliono soltanto diritti e mai doveri?

 
R. – Anche tra di loro ci sono famiglie di persone che lavorano duro, che hanno a cuore l’educazione dei loro bambini e un futuro migliore per i loro figli.







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