Ancora sanguinosi attentati in diverse zone dell’Iraq
Doppio attentato in diversi punti a nord di Baghdad: otto membri di una milizia mobilitata
dall'esercito americano nella lotta contro al Qaeda sono rimasti uccisi nell'esplosione
di un ordigno, mentre quattro civili iracheni sono stati uccisi e altri quattro sono
stati rapiti più nei pressi della capitale. Ci sono poi le otto persone che hanno
perso la vita nell’esplosione a Mossul e i dieci poliziotti uccisi e altri cinque
feriti da due ordigni in due zone diverse della provincia di Diyala.
Ancora
scontri con ribelli curdi nel sud della Turchia Sette esponenti del Partito
dei Lavoratori del Kurdistan (PKK, separatista e fuorilegge) sono rimasti uccisi la
scorsa notte in scontri a fuoco avvenuti presso la località di Sirnak nella regione
di Bestler-Dereler nella parte sud-orientale della Turchia. L'operazione - come ha
annunciato un comunicato diffuso stamani ad Ankara dallo Stato maggiore della Difesa
- rientra nelle attività delle forze armate turche contro l'organizzazione terroristica
a Sirnak. Ieri, tre militari turchi e nove ribelli erano rimasti uccisi in analoghi
scontri nella stessa regione.
NATO Il 59.mo vertice della NATO si
apre oggi a Bucarest, nell'imponente Palazzo del popolo, sede del parlamento romeno,
con una cena tra i leader, alle ore 18 italiane. I 26 capi di Stato e di governo dell'Alleanza
avranno un confronto a tutto campo sull'allargamento ad est del Patto atlantico, le
operazioni in Afghanistan e in Kosovo e le relazioni con la Russia. Il presidente
statunitense, George W. Bush, preme affinché la NATO invii più uomini in Afghanistan
perché - ha sottolineato - l’Alleanza non può permettersi una sconfitta contro i talebani.
Quanto è importante l’Afghanistan per la NATO? Giada Aquilino lo ha chiesto
al prof. Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali all’Università
Statale di Milano:
R. -
Gli Stati Uniti, all’inizio della missione, decisero di fare da soli e, anzi, di escludere
la NATO dall’attacco all’Afghanistan nel 2001. Gli Stati Uniti hanno poi chiamato
la NATO a compiti sempre maggiori, man mano che l’operazione andava verso il fallimento.
Quindi, il coinvolgimento della NATO è, anche dal punto di vista politico, molto problematico
ma non c’è alcun dubbio che a questo punto, che lo voglia oppure no, l’Alleanza si
giochi la propria sopravvivenza in Afghanistan.
D.
- Altro tema di dibattito è l’allargamento della NATO alle Repubbliche ex-sovietiche,
Georgia e Ucraina. Cosa significherebbe oggi un’Alleanza atlantica allargata verso
il Caucaso?
R. - Significherebbe soprattutto un ulteriore
e molto forte colpo alle relazioni con la Federazione russa. Non è un caso che larga
parte dei Paesi europei sia molto perplessa di fronte ad un invito ufficiale all’Ucraina
e alla Georgia nelle forme in cui questo invito è stato fatto in precedenza ad altri
Paesi.
D. - A proposito dello scudo spaziale, qual
è il ruolo della NATO nella contrapposizione Stati Uniti-Russia?
R.
- La NATO, sostanzialmente, non può che partecipare a questa iniziativa. Dall’altro
lato, sia la NATO sia gli Stati Uniti stanno facendo di tutto per coinvolgere la Federazione
russa. È un vecchio gioco che si sta portando avanti da diversi anni a questa parte:
da un lato, la NATO e gli Stati Uniti - che la guidano - prendono una serie di decisioni
che sanno benissimo essere recepite dalla Federazione russa come potenzialmente aggressive.
E, dall’altro lato, si cerca tuttavia di rassicurare la Russia con una serie di misure
di carattere istituzionale. Bisogna vedere quanto questo gioco può essere retto.
D.
- Da questo vertice uscirà una NATO mutata?
R. -
Uscirà una NATO cambiata con, tuttavia, una piccola ipoteca: è il fatto che questo
è l’ultimo vertice dell’Amministrazione Bush. In realtà, il futuro della NATO dipenderà
anche e soprattutto dal nuovo presidente degli Stati Uniti.
Zimbabwe In
Zimbabwe, a scrutinio quasi ultimato, si conferma un lieve vantaggio dell'opposizione
alle legislative. Per il presidente, sembra sempre più probabile il ballottaggio.
Il nostro servizio:
Per
il parlamento, le forze di opposizione, partito maggiore più frange dissidenti, hanno
vinto finora 96 dei 210 seggi in palio. Il partito al potere ne ha guadagnati al momento
93. Per sapere chi sarà invece il prossimo presidente è dato per scontato il secondo
turno. Non ci sono ancora dati ufficiali, ma fonti indipendenti segnalano che nessuno
dei due principali candidati può raggiungere il 50,1 che occorre per passare al primo
turno. Si tratta del leader storico dell'opposizione, Morgan Tsvangirai, e di Robert
Mugabe, al potere dall'indipendenza del Paese, cioè dal 1980. Poi, c’è la terza forza
in campo, quella di Simba Makoni, già ministro di Mugabe, candidato d'opposizione,
che ha l'8,3%. Se i suoi voti, come nelle attese, andranno a Tsvangirai, dovrebbero
garantirgli la vittoria. Ma lo scenario è più complesso, con variabili importanti.
A partire dalle voci insistenti - diffuse anche da Washington - di discussioni in
corso tra le parti per un’uscita di scena indolore per Mugabe. In cambio di un qualche
tipo di salvacondotto, lascerebbe in tempi brevi, prima del nuovo voto, il potere
a Tsvangirai. Ipotesi però risolutamente smentita dalle parti. Al momento, dunque,
resta l’appuntamento per l’eventuale secondo turno il 19.
Irlanda Cambio
della guardia al vertice del governo irlandese: Bertie Ahern, al potere da undici
anni e sotto inchiesta per corruzione, ha annunciato oggi le dimissioni da primo ministro.
Ahern ha precisato che lascerà la poltrona di capo di governo il 6 maggio. Cinquantasette
anni, cattolico conservatore, Ahern è diventato "Taoiseach" nel 1997, quando il suo
partito - il Fianna Fail - vinse le elezioni parlamentari formando un governo di centrodestra.
Annunciando che lascerà la guida del governo il 6 maggio prossimo, quando arriverà
al traguardo degli undici anni ininterrotti di premierato, Ahern ha sostenuto che
la decisione di dimettersi non è connessa ai controversi finanziamenti da lui ricevuti
negli Anni Novanta. “Voglio che tutti comprendano: io - ha sottolineato - non ho mai
piazzato gli interessi personali sopra il bene pubblico durante la mia vita pubblica.
Non ho mai fatto nulla di male o ingannato qualcuno”.
Kosovo Un
primo aereo russo con aiuti umanitari per l'enclave serba di Mitrovica, in Kosovo,
è partito stamani da Mosca verso Belgrado. Il velivolo, un Il-76, consegnerà 40 tonnellate
di generi alimentari, compresi alimenti per bimbi. Nei giorni scorsi, il presidente
russo, Vladimir Putin, aveva chiesto al governo di affrontare il problema degli aiuti
umanitari alla popolazione serba che vive in Kosovo, senza però politicizzare la vicenda.
Questione Tibet Smentita oggi da parte cinese sugli arresti che
sarebbero stati avvenuti in uno dei giorni caldi delle recenti manifestazioni per
il Tibet: secondo il vicepresidente dell'Università Xerab Nyima, non ci sono stati
fermi di polizia tra gli studenti tibetani che il 17 marzo hanno tenuto una veglia
nell'Università delle Minoranze di Pechino. I giovani, ha sostenuto Nyima in una conferenza
stampa a Pechino, “sono stati molto ragionevoli e sono rientrati nei loro dormitori
entro la mezzanotte dopo aver parlato con i loro insegnanti”. Secondo voci che non
hanno trovato conferma, alcuni studenti sarebbero stati arrestati dopo la dimostrazione.
Alla manifestazione, organizzata mentre erano in corso nel Tibet una serie di marce
anticinesi, hanno partecipato un centinaio di studenti, secondo testimoni. Da allora,
non si hanno notizie certe sulla loro sorte e il campus dell'Università è controllato
da decine di poliziotti in borghese. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 93 E'
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