In udienza dal Papa i vescovi delle Antille. Con noi, il presidente della Conferenza
episcopale, mons. Lawrence Burke
Benedetto XVI ha ricevuto, stamani, in udienza un primo gruppo di presuli delle Antille,
in visita ad Limina. La Conferenza episcopale riunisce i vescovi di 13 nazioni
indipendenti, tre dipartimenti d’oltremare francesi, due territori autonomi dell’Olanda,
sei colonie inglesi e dipendenze degli Stati Uniti e include quindi popoli di lingua
inglese, francese e olandese. Una realtà quanto mai diversificata, quella di queste
isole-Stato dei Caraibi, per condizioni di vita e per cultura. Lisa Zengarini
ha chiesto al presidente della Conferenza episcopale delle Antille, mons. Lawrence
Burke, arcivescovo di Kingston in Giamaica, quali siano le principali sfide per
la Chiesa in questa regione: R.
- The most important pastoral issue ... Il problema pastorale più grande
è costituito dal fatto che nella maggior parte dei nostri Paesi la Chiesa non sta
crescendo. Siamo molto esposti all’influenza dell’America del Nord e le Chiese tradizionali,
tra cui quella cattolica, sono in calo numerico a causa dell’invasione dei gruppi
evangelici e di altre sette. La Chiesa cattolica nell’area è in prima linea nel venire
incontro ai bisogni della gente e dei più poveri. Abbiamo promosso molte iniziative
contro l’AIDS. Abbiamo poi una grande rete scolastica: da sempre l’educazione è una
parte molto importante del nostro apostolato. Un’altra sfida pastorale nella regione
è costituita dal declino delle vocazioni e la riduzione numerica dei sacerdoti e dei
religiosi.
D. - Quali sono le ragioni di questo declino?
R.
- A lot of it comes from materialistic culture ... Questo problema è in
gran parte riconducibile alla cultura materialista dominante nelle famiglie benestanti
che non sono interessate al sacerdozio o alla vita religiosa. Per questo, la gran
parte degli aspiranti sacerdoti e i religiosi vengono da famiglie povere. L’altra
grande sfida è quella della violenza e la mancanza di rispetto per la vita. Occorre
affrontare le vere cause del problema: la povertà, la disoccupazione, la mancanza
di istruzione. C’è poi il problema dell’aborto che è stato legalizzato in diversi
nostri Paesi come Santa Lucia, Barbados e Guyana. In Giamaica lo stiamo affrontando
adesso: la Chiesa cattolica, insieme agli evangelici, si sta mobilitando contro una
modifica della legge in questo senso.
D. - Cosa vi
aspettate dalla vostra visita “ad Limina” e dal vostro incontro con il Santo Padre?
R.
- Our region is not very well known in Rome ... La nostra regione non è
molto conosciuta a Roma e quindi ritengo sia importante per noi informare il Santo
Padre e i dicasteri vaticani sulla realtà della Chiesa nei Caraibi che sta subendo
un declino e deve fare i conti con una progressiva secolarizzazione. Inoltre, abbiamo
bisogno dei loro consigli.
D. - Come intendete dare
attuazione alle raccomandazioni finali della Conferenza di Aparecida, segnatamente
alla “Grande Missione Continentale”?
R. - We are
putting great emphasis now in adult catechesis and formation. ... Stiamo
puntando molto sulla catechesi e la formazione degli adulti. Stiamo cercando, soprattutto
attraverso i media, di educare i nostri adulti alla fede. Dobbiamo sfruttare meglio
le grandi potenzialità del laicato che sono una fonte straordinaria di energia per
la Chiesa. Le nostre liturgie sono molto vivaci, con una grande partecipazione. Penso
siano una grande fonte di vita per la nostra gente. Quello che dobbiamo migliorare
è l'annuncio della Parola. Sono molto contento che il prossimo Sinodo dei Vescovi
sia dedicato a questo tema.