Elezioni in Zimbabwe: l'opposizione denuncia brogli
Arrivano i primi risultati del voto in Zimbabwe, mentre resta l’attesa per le presidenziali
nelle quali Mugabe si è presentato per ottenere un sesto mandato. La polizia in assetto
antisommossa è dispiegata per le strade della capitale. Il servizio di Giulio Albanese:
La Commissione
elettorale dello Zimbabwe ha diffuso stamani i primi risultati parziali delle elezioni
generali di sabato, limitati però a 6 dei 210 seggi dell’assemblea. Di questi, tre
sono andati al partito al potere Zanu-Pf, mentre l’altra metà al principale partito
di opposizione, il Movimento per il cambiamento democratico. Il ritardo nella diffusione
dei dati sta naturalmente scatenando le dure accuse di brogli da parte proprio dell’opposizione,
che sostiene di aver stravinto le elezioni. In effetti, stando a fonti della società
civile, l’intera macchina elettorale sarebbe ostaggio del capo di Stato uscente, Robert
Mugabe, e dunque, a meno di un miracolo, è probabile che proprio Mugabe si riconfermi
alla massima carica dello Stato. D’altronde, la legislazione draconiana, messa a punto
dal regime, ha praticamente soppresso la libertà d’espressione e associazione, innescando
peraltro un clima di terrore nei confronti soprattutto di chi si opponga all’oligarchia
dominante. Una cosa è certa, la politica di Mugabe ha finora prodotto disastri economici
a non finire: dall’inflazione al 150 mila per cento, alla disoccupazione ben oltre
la soglia dell’80 per cento, mentre il potere d’acquisto dei salari è deprezzato del
90 per cento. Nel Paese scarseggiano cibo, carburante, trasporti ed elettricità, e
il prodotto interno lordo, dal 2000 ad oggi, ha segnato un meno 50 per cento, mentre
l’aspettativa di vita è bassissima: 37 per gli uomini, 34 per le donne. Certo, tutti
sanno che l’agognata riforma agraria dopo anni di colonialismo andava realizzata nello
Zimbabwe, ma non certo con le modalità degli espropri ideati da Mugabe, che hanno
paralizzato di fatto la produzione agricola. Intanto, in sede internazionale non sono
pochi ad interrogarsi su quelle che potranno essere le reali conseguenze del voto
di sabato scorso, temendo il ricorso alla violenza sulla scia di quanto accaduto in
Kenya nelle elezioni del 27 dicembre scorso. (Per la Radio vaticana, Giulio Albanese)