2008-03-29 14:45:39

Il Papa invita i fedeli a pregare affinché i sacerdoti siano formati culturalmente e spiritualmente: sulle intenzioni di preghiera per il mese di aprile, il pensiero di mons. Aldo Martini


“Perché i futuri presbiteri delle giovani Chiese siano sempre più formati culturalmente e spiritualmente per evangelizzare le loro nazioni e tutto il mondo”: è l’intenzione missionaria di preghiera di Benedetto XVI per il prossimo mese d’aprile. Il Papa invita dunque i fedeli a dedicare le migliori risorse per dare alla Chiesa sacerdoti con un’adeguata formazione umana, intellettuale e pastorale. Per una riflessione su questo tema, richiamato dal Pontefice, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Aldo Martini, presidente dell’OPAM, l’Opera di promozione per l’Alfabetizzazione nel mondo:RealAudioMP3


R. - Nei giovani che incontro e che sono inviati qui per studiare a Roma vedo una grande ansia di prepararsi bene, di approfittare cioè di tutte le opportunità che Roma offre. Avverto però, in alcuni, la tentazione forte di non rientrare poi nelle rispettive diocesi, perché restano un po’ abbagliati da tanti mezzi che la nostra società offre. Quindi, questo è un problema reale che spesso viene discusso con i vescovi che manifestano le loro preoccupazioni e pensano: “Noi mandiamo dei sacerdoti a Roma, facciamo tanti sforzi e poi non rientrano e allora le nostre diocesi si impoveriscono”.

 
D. - Quali sono le maggiori difficoltà nella formazione intellettuale e spirituale nelle terre di missione, nelle terre di nuova evangelizzazione?

 
R. - Dobbiamo sempre collocare, situare la realtà nella quale questi giovani sono chiamati a vivere, ad operare - situazioni tanto diverse da Chiesa a Chiesa. Alcune di queste diocesi sono estremamente povere, prive di strutture minime per garantire una formazione culturale e spirituale sufficiente. Ad esempio, non ci sono seminari minori: mi diceva un vescovo che se manda i suoi ragazzi che hanno frequentato delle scuole della zona ad un seminario di una città importante, nove su dieci vengono scartati proprio per l’assenza di basi culturali minime. Quindi, c'è assenza di seminari, di scuole, scarsità di clero, con conseguente isolamento e solitudine nella vita pastorale. Parliamo di diocesi grandi quanto il Piemonte, la Lombardia, con 18, 20 sacerdoti locali: quindi, mancanza anche di confronto, di sostegno fraterno, e conosciamo bene la difficoltà di chi vive solo, di chi è sottoposto ogni giorno a tentazioni di tutti i generi.

 
D. - Quali iniziative sta portando avanti l’OPAM proprio a sostegno della formazione intellettuale e spirituale dei seminaristi, dei giovani sacerdoti?

 
R. - Noi operiamo in stretto collegamento sempre con le diocesi, con i vescovi. Sosteniamo da qualche tempo a questa parte la costruzione di seminari. La seconda iniziativa è che abbiamo lanciato l’adozione di seminaristi: proprio in una diocesi nella Repubblica Democratica del Congo, ci siamo accorti che le famiglie di questi ragazzi non potevano assolutamente affrontare le spese di mantenimento, le spese per gli strumenti minimi didattici come penne, libri, quaderni ecc. Allora, con 120 euro l’anno, contribuiamo all’adozione e agli studi di un seminarista. La terza iniziativa è una fraternità sacerdotale dell’OPAM, una piccola iniziativa, una fraternità di preti di vari continenti che si incontrano una volta al mese: preghiamo, riflettiamo insieme sulla Parola di Dio cercando di condividere le nostre esperienze, le nostre storie personali, il come siamo giunti al sacerdozio. Cerchiamo strade per una evangelizzazione che sia adatti ai tempi e alle culture nei quali il Signore ci chiama a vivere.







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