2008-03-29 14:45:28

Il culto della Divina Misericordia, "nuova luce" per la Chiesa che parla della tenerezza di Dio verso l'uomo. Intervista con don Giuseppe Bart


Domenica 30 marzo, nella Festa della Divina Misericordia, alle 9.30 il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone celebrerà la Santa Messa a Roma, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove opera il Centro di spiritualità della Divina Misericordia che ne diffonde il culto ispirandosi al carisma di colei che è considerata l'apostola del cuore misericordioso di gESù, Santa Faustina Kowalska, canonizzata il 30 aprile del 2000 da Giovanni Paolo II. Al termine della liturgia i fedeli si avvieranno in processione verso Piazza San Pietro per prendere parte alla recita del Regina Coeli assieme a Benedetto XVI. Alla Divina Misericordia è anche dedicato il primo Congresso mondiale che si aprirà il prossimo 2 aprile, dopo la Messa celebrata da Benedetto XVI in memoria di Papa Wojtyla. Giovanni Peduto ha chiesto al rettore della chiesa del Santo Spirito in Sassia, don Giuseppe Bart, in che modo la realtà spirituale della misericordia divina abbia toccato finora il cuore della Chiesa e dei cristiani:RealAudioMP3


R. - Vorrei sottolineare che Giovanni Paolo II, oggi Servo di Dio, lungo tutto il suo Pontificato ha voluto mostrare la Chiesa come luogo di annuncio della misericordia di Dio verso gli uomini, ha voluto mostrare la Chiesa come luogo della celebrazione della Divina Misericordia e, infine, ha voluto mostrare la Chiesa come bisognosa - essa stessa - di questa misericordia. Questa verità è stata particolarmente sottolineata ed annunciata con maggior vigore proprio attraverso l’istituzione della Festa della Divina Misericordia durante la canonizzazione di Suor Faustina Kowalska, otto anni fa. L’istituzione da parte del Santo Padre della Festa della Divina Misericordia si è rivelata straordinariamente efficace e feconda di bene, sia per la Chiesa, sia per l’umanità intera. Quella della Divina Misericordia è davvero una nuova luce che si è accesa nella Chiesa. Il profondo bisogno della Misericordia ha risvegliato in molti fedeli e uomini di buona volontà il desiderio di accostarsi a Dio e, quindi, il culto della Divina Misericordia indubbiamente in questi ultimi anni ha riempito le Chiese di anime. Un esempio esplicito è la nostra stessa chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove vengono distribuite migliaia di Comunioni e vengono amministrate altrettante Confessioni. Il culto della Divina Misericordia commuove il cuore del peccatore, anche quello più indurito, lo riscalda, indica il cammino ed infonde speranza in un mondo segnato dalla violenza, dall’odio e dal terrorismo, tutti intuiamo quanto questa Misericordia è necessaria per costruire un mondo più vivibile.

 
D. - La Divina Misericordia esprime, in modo particolare, la tenerezza di Dio verso l’uomo: quanto ancora bisogna scoprire di questo aspetto, dal punto di vista teologico e missionario?

 
R. - Per rispondere a questa domanda, vorrei prendere spunto dalle parole del Santo Padre Benedetto XVI, il quale disse che la vera religione consiste nell’entrare in sintonia con questo cuore, ricco di misericordia, che ci chiede di amare tutti, anche coloro che sono lontani ed i nemici, imitando Cristo che ci dice “Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro”. Ebbene suor Faustina ha saputo in modo semplice e convincente, attraverso la sua esperienza mistica, trasmetterci la misericordia come secondo nome dell’amore di Dio, colto nel suo aspetto più profondo e tenero. Questo messaggio trova ancora tanti ostacoli nell’essere compreso ed accolto: perciò, per rispondere ai bisogni spirituali dell’uomo contemporaneo, la teologia deve oggi dare sempre più spazio alla riflessione sul mistero della Divina Misericordia. In questo contesto, la mistica della Divina Misericordia richiede la teologia della Divina Misericordia. Santa Faustina attende - possiamo dire - il suo von Balthasar, e siccome il contenuto del messaggio della misericordia di Dio merita di essere conosciuto da tutti, credenti e non credenti, Benedetto XVI disse: “L’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio.

 
D. - Il 2 aprile prossimo, giorno del terzo anniversario della morte di Papa Wojtyla, sarà anche il giorno d’inizio del primo Congresso mondiale della Misericordia: che aspettative nutre per questo avvenimento?

 
R. - Questo primo Congresso mondiale della Misericordia si terrà a Roma dal 2 al 6 aprile, a tre anni esatti della morte del Papa Giovanni Paolo II avvenuta proprio alla vigilia della Festa della Divina Misericordia del 2005. Il Pontificato di Giovanni Paolo II è segnato dal mistero della Divina Misericordia e le due Encicliche del Papa Benedetto XVI - Deus caritas est e Spe salvi - hanno portato a questo grande evento del Congresso mondiale della Misericordia, che conta già più di 4 mila iscritti provenienti da tutti i continenti e vede la presenza di più di 200 vescovi. L’obiettivo del Congresso è quello di far prendere alla Chiesa universale una più profonda conoscenza della Divina Misericordia e ad essere ancora più motivata dal Mistero della Divina Misericordia. Oltre agli approfondimenti teologici, il Congresso offrirà ampi spazi alle testimonianze e alla preghiera. Aspettiamo da questo Congresso una maggiore accoglienza e comprensione del Mistero della Divina Misericordia e della sua introduzione nella pastorale ordinaria.

 
D. - Cosa vuol dire oggi - nel mondo globalizzato, dei conflitti interetnici e dei tentativi di dialogo interreligioso - essere un apostolo della Divina Misericordia?

 
R. - Essere apostolo della Divina Misericordia vuol dire prendersi cura di chi soffre nel corpo e specialmente nello spirito. Nella sua prima Enciclica Deus caritas est, Benedetto XVI scrisse: “Ogni giorno siamo resi coscienti di quanto si soffra nel mondo a causa di una multiforme miseria sia materiale che spirituale. Questo nostro tempo richiede una nuova disponibilità a soccorrere il prossimo bisognoso". In questo contesto essere apostoli della Divina Misericordia vuol dire avere questa nuova disponibilità per soccorrere i malati, aiutare persone sole, persone disperate, povere, carcerati e persone lontane dalla fede. Il mondo che soffre sembra invocare questa misericordia. Perciò, possiamo concludere, citando il Servo di Dio Giovanni Paolo II che, intuendo questo grido della Misericordia di Dio, disse: “Di nulla l’uomo ha bisogno, quanto della Divina Misericordia. Fate sperimentare l’amore misericordioso a chi soffre e quindi siate apostoli della Divina Misericordia”.







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