Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Nel Vangelo della seconda Domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia, il
brano proposto dalla liturgia mostra Gesù Risorto che appare nel Cenacolo ai discepoli
a porte chiuse in due circostanze. Nella seconda, invitando Tommaso a toccare le sue
piaghe, Cristo dice:
"Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che
pur non avendo visto crederanno".
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense:
(musica)
Gesù
è risorto e nella potenza della Risurrezione attraversa tutte le porte, quelle di
legno e quelle di paura che rinchiudono l'uomo nella gabbia del suo cuore, della sua
percezione, come anche del suo sentimento, della sua reattività e del suo istinto.Il Risorto “passa attraverso” ed entra! Pasqua! Attraversamento. Passaggio.
E “passando attraverso” (diabasis), consente a noi di “andare oltre” (yperbasis). E’
una folata che introduce la sua presenza nel suo vero corpo. Non è un pensiero, non
è un concetto, non un sentimento, non una opinione: è Lui! E’ proprio Lui, Lui in
persona, Lui in carne ed ossa. I suoi devono riconoscerlo. Egli non sempre è riconoscibile
nel Suo corpo risorto. La Maddalena al sepolcro non lo riconosce e così i discepoli
di Emmaus. Solo quando Egli stesso si mostra, gli occhi si aprono. Quella
sera fu lo stesso: “Egli mostrò loro le mani e il costato”. Le ferite della passione
e morte costituiscono la Sua identificabilità. Anche nella Risurrezione Egli è sempre
Colui che ha patito ed è morto per noi.
Poi Gesù
apre lo scrigno dei doni pasquali: è una pioggia celeste. Anche qui è Pasqua, Pasqua
tra Cielo e terra. E inizia una storia nuova di partecipazione vertiginosa, divina.