In Iraq, almeno 40 morti in scontri tra esercito e guerriglieri sciiti
Cresce il bilancio delle vittime negli scontri di Bassora, in Iraq, tra le forze regolari
e la milizia di Al Sadr. Sono 40 i morti nei combattimenti, i feriti circa 200. Intanto,
il premier Al Maliki ha lanciato un ultimatum di 72 ore ai miliziani sciiti per deporre
le armi mentre fonti ufficiali riferiscono di avere il pieno controllo di Bassora.
Nella città, vige ancora il coprifuoco e la stessa misura è stata decisa anche per
Nassiriya. Sono saliti a oltre 200 gli arresti nelle ultime 24 ore tra i guerriglieri
dell’Esercito del Mahdi, il leader Al Sadr si è detto comunque disposto a nuovi negoziati
a patto che le truppe regolari irachene lascino Bassora. In tutto il Paese però continua
l’ondata di violenza, decine le vittime a Tikrit per un raid aereo americano contro
posizioni di Al Qaeda, sette i civili uccisi a Baghdad in seguito a colpi di mortaio.
Sul perché di questa nuova esplosione di violenza nel sud dell’Iraq, Giada Aquilino
ha intervistato il giornalista iracheno sciita, Latif Al Saadi, da anni in
Italia:
R.
- Bassora è diventata un centro di criminalità che minaccia non soltanto il futuro
della città - dove vivono circa due milioni di persone - ma anche tutto il processo
politico dell’intero Iraq. E questo perché è in crescita la lotta per il potere fra
diversi gruppi: non solo quello di Al-Sadr, ma pure tra altri partiti che sono stati
creati, appoggiati e sostenuti materialmente ed economicamente dal regime iraniano.
Bassora è diventata teatro di lotta particolarmente nel settore del petrolio, tra
gruppi armati che fanno contrabbando di greggio iracheno. Finora sono stati persi
circa 8 miliardi di dollari per questi traffici.
D.
- E’ possibile che si torni ad una tregua, come successe nell’agosto scorso?
R.
- Credo che la situazione in Iraq sia arrivata ad un punto in cui la gente aspetta
solo la stabilità politica. Il processo in tal senso è bloccato. Spero si possa arrivare
ad una tregua. Credo che il parlamento sia disposto ad intervenire, come ha fatto
nei giorni scorsi in altre zone del Paese, dove si è riusciti a scongiurare un conflitto
fra polizia irachena e gruppi vicini ad Al Sadr.