2008-03-25 13:17:37

Un segnale positivo per il dialogo tra cattolici e ortodossi: così, l’arcivescovo Paolo Pezzi definisce la traduzione in russo della “Spe salvi”, presentata a Mosca


“Nessun passo indietro”, giacché “l’incontro non è stato mai fissato”: è quanto affermato dall’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi - all’agenzia SIR - a proposito della notizia diffusa da alcuni giornali sull’annullamento di un incontro con il Patriarca ortodosso, Alessio II. Mons. Pezzi sottolinea, anzi, che il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie ha inviato un messaggio per la Pasqua a Benedetto XVI, segno di “comunione” cristiana. E un segnale positivo in questa direzione è la presentazione della traduzione russa della Spe salvi. La seconda Enciclica di Benedetto XVI verrà presentata oggi pomeriggio al Centro culturale “Biblioteca dello Spirito” di Mosca dallo stesso mons. Paolo Pezzi e da padre Vladimir Shmalij, segretario della Commissione teologica sinodale del Patriarcato. Sul significato dell’evento, Alessandro Gisotti ha intervistato lo stesso arcivescovo Pezzi:RealAudioMP3
 
R. - Gli organizzatori - mi sembra felicemente - hanno preso la decisione di poter fare questa presentazione a due voci. Ci sarà una mia introduzione - e il mio intento è quello di poter provocare il desiderio di leggere, di conoscere questa Enciclica - e una seconda voce, che sarà quella di padre Vladimir Shmalij, che svolgerà un intervento su come l’Enciclica è stata accolta in ambito ortodosso e quali reazioni ci sono state.

 
D. - Dopo “Introduzione al cristianesimo”, opera fondamentale di Joseph Ratzinger, la Spe salvi in russo: quale attenzione, quale interesse desta il Magistero di Benedetto XVI in Russia?

 
R. - Il primo è un interesse accademico esistenziale. La parola di questo Papa, il pensiero di questo Papa, è un pensiero originale, ma che non interpreta in modo distante dal filone della tradizione il contenuto del cristianesimo. Questo è un punto molto interessante per la riflessione che viene fatta all’interno della Chiesa ortodossa. Cioè, un pensiero - per dirlo in altre parole - che tende a rendere presente nell’oggi il contenuto della tradizione. Il secondo aspetto, il secondo filone che lo rende a mio parere interessante, è che il Papa entra nel merito della preoccupazione dell’uomo d’oggi. Lo avevamo già visto nell’Enciclica Deus caritas est, in cui il Papa affronta la virtù teologica della carità dal punto di vista del bisogno che l’uomo di oggi ha di vivere la dimensione della carità.

 
D. - Quanto la traduzione russa di Spe salvi può aiutare l’ecumenismo e il dialogo, l’amicizia tra cattolici e ortodossi in Russia?

 
R. - Io penso che se il dialogo ecumenico non è un tema specifico dell’Enciclica, tale preoccupazione la si percepisce nell’Enciclica soprattutto in alcuni accenti dove viene affrontato il tema del Giudizio finale con lo sguardo alla necessaria purificazione, e quindi al Purgatorio, dopo la morte. Direi che l’aiuto allo svolgersi del dialogo ecumenico è, a mio parere, dato da questo tipo di iniziativa. Un documento, anche un documento importante come può essere in questo caso l’Enciclica, diventa oggetto di una riflessione e pure - perché no - di una reazione a quelli che ne sono i suoi contenuti. Ecco: mi sembra questo l’aspetto di maggiore aiuto e vedo positivamente questo genere di iniziative.







All the contents on this site are copyrighted ©.