Pasqua in Medio Oriente e Iraq nel segno della violenza ma anche della speranza
Nella benedizione “Urbi et Orbi” il Papa ha ricordato i fronti caldi della Terra,
le piaghe, ha detto, dell’umanità e cioè il Medio Oriente, l’Africa, l’Iraq e non
ultimo il Tibet. Ma come si vive la Santa Pasqua in questi luoghi difficili? La speranza
si traduce in Medio Oriente nel tentativo di far ripartire il processo di pace. Un
compito nel quale è impegnato il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, che
oggi a Gerusalemme avrà incontri con i dirigenti israeliani e palestinesi. Molto importante
è l’accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah sul futuro della Striscia di Gaza
e della Cisgiordania, raggiunto nel corso dei colloqui che si sono tenuti in Yemen.
Un segnale positivo che giunge in un momento particolare soprattutto per la comunità
cristiana di Gerusalemme. Le celebrazioni pasquali di quest’anno, infatti, sono state
caratterizzate dalla fine del mandato del Patriarca Latino Michel Sabbah. Il servizio
è di Sara Fornari:
E’ nel segno
della violenza la Pasqua in Iraq. Dieci soldati iracheni hanno perso la vita a Mossul
in un attentato kamikaze contro una base dell’esercito. Sette le vittime in una sparatoria
a Baghdad, bersagliata da numerosi colpi di mortaio. Nel Paese del Golfo, il popolo
iracheno vive dunque la Santa Pasqua tra sofferenze ma anche nel segno della speranza.
E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nunzio apostolico
nel Paese arabo, mons. Francis Chullikat: