Alla Veglia pasquale il Papa sottolinea che la morte di Gesù è “una novità unica che
cambia il mondo”
Nella morte di Gesù, c’è “una novità unica che cambia il mondo”: così Benedetto XVI,
nell’omelia della Veglia Pasquale, presieduta ieri sera nella Basilica Vaticana. Al
centro delle sue parole, anche l’invito alla pace e alla riconciliazione nel mondo:
“ i credenti – ha detto il Santo Padre – non sono mai totalmente estranei l’uno all’altro”.
Nel corso della Veglia, il Papa ha battezzato 7 persone, 5 donne e 2 uomini, provenienti
dall’Italia, dal Camerun, dalla Cina, dagli Stati Uniti e dal Perù. Tra loro, anche
Magdi Allam, il giornalista di origine egiziana, vicedirettore “ad personam” del “Corriere
della Sera”. Il servizio di Isabella Piro:
(canto:
Lumen Christi)
“Cristo, Luce del mondo”: l’invocazione
è risuonata per tre volte nella Basilica Vaticana, completamente al buio. Poi, si
sono accese le luci e, come recita l’Annunzio pasquale, “un inno di gloria ha salutato
il Signore risorto”, la cui luce “ha vinto le tenebre del mondo”. Così, con il passaggio
simbolico dalle tenebre alla luce, ha avuto inizio la Veglia pasquale, la “madre di
tutte le veglie”, secondo la definizione di Sant’Agostino. Dominata dai colori del
bianco e dell’oro, la Basilica di San Pietro era affollata di fedeli. A tutti, uno
per uno, sono giunte le parole del Papa, che ha sottolineato come nella morte di Gesù
ci sia “una novità unica che cambia il mondo”:
"Col
suo morire Egli entra nell’amore del Padre. Il suo morire è un atto d’amore. L’amore,
però, è immortale. Per questo, il suo andare via si trasforma in un nuovo venire,
in una forma di presenza che giunge più nel profondo e non finisce più". Mediante
l’atto d’amore, ha continuato Benedetto XVI, Gesù può passare attraverso l’io e il
tu, ieri ed oggi, il passato ed il domani. E attraverso il Battesimo, arriva dentro
di noi:
"Nel Battesimo il Signore entra nella
vostra vita per la porta del vostro cuore. Noi non stiamo più uno accanto all’altro
o uno contro l’altro. Egli attraversa tutte queste porte. È questa la realtà del Battesimo:
Egli, il Risorto, viene, viene a voi e congiunge la vita sua con quella vostra, tenendovi
dentro al fuoco aperto del suo amore. Voi diventate un’unità, una cosa sola con Lui,
e così una cosa sola tra di voi". Per
questo, ha sottolineato il Santo Padre, “le persone battezzate e credenti non sono
mai veramente estranee l’una per l’altra”: pur separate da “continenti, culture, strutture
sociali o anche distanze storiche”, quando si incontrano, si conoscono “in base allo
stesso Signore, alla stessa fede, alla stessa speranza, allo stesso amore”, che li
formano:
"I credenti non sono mai totalmente
estranei l’uno all’altro. Siamo in comunione a causa della nostra identità più profonda:
Cristo in noi. Così la fede è una forza di pace e di riconciliazione nel mondo: è
superata la lontananza, nel Signore siamo diventati vicini (cfr Ef 2, 13)". (canto:
Alleluia)
Quindi il Papa si è soffermato sui due
elementi fondamentali del Battesimo, l’acqua e il fuoco. Come Mosè è stato salvato
dalle acque, Gesù ci conduce fuori dal mare della morte, dal mare “così spesso oscuro
della storia” e ci attira “dentro la vera vita”. Ma Gesù, ha aggiunto Benedetto XVI,
non ha fatto solo questo: con la “radicalità del suo amore”, Cristo “ha veramente
preso la luce dal cielo e l’ha portata sulla terra, la luce della verità” che giunge
a noi tramite il Battesimo e che dobbiamo proteggere:
"Questa
luce della verità che ci indica la via, non vogliamo lasciare che si spenga. Vogliamo
proteggerla contro tutte le potenze che intendono estinguerla per rigettarci nel buio
su Dio e su noi stessi. Il buio, di tanto in tanto, può sembrare comodo. Posso nascondermi
e passare la mia vita dormendo. Noi però non siamo chiamati alle tenebre, ma alla
luce". Questa luce, ha continuato
il Papa, è insieme anche “fuoco, forza da parte di Dio, una forza che non distrugge,
ma vuole trasformare i nostri cuori, affinché noi diventiamo veramente uomini di Dio
e affinché la sua pace diventi operante in questo mondo”. Di qui, l’invito finale
a volgersi sempre verso il Signore, “che è la Via, la Verità e la Vita”, e a sollevare
interiormente il nostro cuore verso l’alto, “nella verità e nell’amore”. Perché solo
così, ha concluso Benedetto XVI, possiamo diventare “persone pasquali, uomini e donne
della luce”, ricolmi del fuoco di Dio. (canto: Regina
Coeli)