2008-03-22 12:38:23

Nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore. Padre Cantalamessa: l'unità della Chiesa è unità d'amore


L’unità della Chiesa è anzitutto una unità d’amore: è quanto ha affermato il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, nell'omelia tenuta nella Basilica di San Pietro durante la celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Papa. Il servizio è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3


(canto)

 
La tunica di Gesù, il suo indumento più intimo, quello senza cuciture, non stracciato, ma tirato a sorte dai soldati dopo la Crocifissione. Parte da questo particolare della Passione di Giovanni, padre Raniero Cantalamessa per ribadire con l’Evangelista, che è l’unità dei discepoli lo scopo per cui Cristo muore, “Ut unum sint”, e la lieta notizia del Venerdì Santo è che l’unità è un dono che, come quella tunica è tessuta dall’alto in basso, proviene dal Padre Celeste e, dunque, non può essere scissa:

 
“Noi uomini possiamo dividere la Chiesa nel suo aspetto umano e visibile, ma non nella sua unità profonda che si identifica con lo Spirito Santo. La tunica di Cristo non è stata mai e non potrà mai essere divisa. E’ la fede che noi professiamo con le parole del Credo: ‘Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”.
 
Affinché il mondo creda - si raccomanda padre Cantalamessa - l’unità deve essere soprattutto visibile tra i credenti e realizzata pienamente secondo tempi e modi di Dio e con l’opera dello Spirito Santo, che agisce attraverso i carismi, il dialogo e il confronto paziente, l’ecumenismo dottrinale. Ma tutto ciò non basta, però - spiega padre Cantalamessa - se non è accompagnato dall’ecumenismo spirituale basato sull’amore:

 
“Se l’unità dei discepoli deve essere un riflesso dell’unità tra il Padre e il Figlio, essa deve essere anzitutto una unità d’amore, perchè tale è l’unità che esiste nella Trinità. La Scrittura ci esorta a fare la verità nella carità e Sant’Agostino afferma che non si entra nella verità, se non attraverso la carità”.
 
Come bruciare le tappe nel cammino dell’unità? Le differenze dottrinali vanno risolte nelle sedi appropriate – spiega padre Raniero Cantalamessa - mentre la strada della carità paziente è già spalancata davanti a noi. Ce lo ha insegnato una donna scomparsa nei giorni scorsi, Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, pioniera dell’ecumenismo spirituale dell’amore:

 
“Ella è stata una pioniera e un modello di questo ecumenismo spirituale dell’amore. Ha dimostrato una cosa importante, che la ricerca dell’unità tra i cristiani non porta alla chiusura verso il resto del mondo. E’ anzi il primo passo e la condizione per un dialogo più vasto con i credenti di altre religioni e con tutti gli uomini che hanno a cuore le sorti dell’umanità e della pace".
 
Dunque l’invito finale dell’omelia è ai cristiani: perché si realizzi l”’Ut unum sint” deve diffondersi una nuova ondata di amore per Cristo, a cui tutti dobbiamo guardare come i raggi di un’unica ruota che convergono al centro comune. La posta in gioco è lo stesso edificio della fede cristiana, che, tolta la pietra miliare, che è la divinità di Cristo, si sfalda. Allora coraggio tutti voi che avete a cuore la causa dell’unità dei cristiani, conclude padre Cantalamessa, col profeta Aggeo:

 
“Coraggio, Giosuè figlio di Iozedàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese, dice il Signore, e al lavoro, perché io sono con voi. Coraggio, voi tutti che avete a cuore la causa dell’unità dei cristiani, e al lavoro, perché io sono con voi, dice il Signore!”.

 (canto)







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