Morte e Risurrezione con Cristo: l'editoriale di padre Lombardi
La Chiesa si appresta a celebrare la Pasqua di Risurrezione: Cristo è entrato nella
nostra morte per sconfiggerla dal di dentro. Ma in questo percorso non è solo: numerosi
testimoni lo affiancano. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore
padre Federico Lombardi:
La morte
di mons. Rahho, la morte di Chiara Lubich, ci hanno introdotto nella Settimana Santa
aiutandoci a viverla insieme al popolo di Dio in compagnia di grandi esempi di martiri
e di confessori della fede del nostro tempo. Gesù, Figlio di Dio, muore per noi e
con noi. Ma risorge. Anche chi muore in unione con lui, avendo fatto dell’amore per
gli altri e del servizio il senso della sua vita, muore per entrare in una vita più
piena. Il Papa ha ricordato la predilezione di mons. Rahho per i poveri e i portatori
di handicap, ha ricordato la dedizione di Chiara all’unità dei cristiani e alla fratellanza
fra i popoli.
Benedetto XVI ama ripetere che Dio nella nostra vita non viene
da solo, ma in compagnia dei suoi santi. E’ proprio così. E forse possiamo aggiungere
che Gesù risorto torna verso di noi accompagnato in particolare da chi lo ha accompagnato
anche nella sua vita e nella sua morte. Perché Gesù percorre la sua via fino alla
croce in un modo unico, ma non da solo; e chi ha la grazia di potere e saper unire
consapevolmente, nella fede, la sua vita, la sua passione e morte a quella di Cristo,
diventa anche lui un grande segno di speranza per molte persone: svolge un servizio
grande per la sua comunità e il suo popolo. Perché i testimoni ci aiutano a capire
che quello che in loro si è realizzato in modo più luminoso ed eminente è in realtà
una via aperta per tutti coloro che sono amati da Dio, che cammina e muore per loro
e con loro. Cioè – appunto – assolutamente per tutti.