2008-03-21 15:10:45

Il Dalai Lama incontra la speaker USA


Scatta l’ora della diplomazia internazionale per ricucire la crisi in Tibet. Stamani in India si è svolto l’incontro tra il Dalai Lama e la speaker della Camera dei rappresentanti americana, Nancy Pelosi, che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per far luce su quanto accaduto nei giorni scorsi. Intanto, la Cina ha diffuso su internet una ventina di foto segnaletiche dei promotori delle proteste. Due sarebbero già stati arrestati. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Si è svolto “nel segno dell’amicizia” l’incontro tra il Dalai Lama e Nancy Pelosi, speaker del Congresso americano, giunta stamani a Dharamsala, nel nord dell’India. “E' il nostro destino aiutare la gente del Tibet”, ha detto la Pelosi che ha aspramente criticato la Cina sul versante dei diritti umani e ha chiesto l’apertura di un’inchiesta internazionale sui fatti di Lhasa. La speaker, molto legata al leader spirituale buddista tanto da consegnargli lo scorso anno la medaglia del Congresso, ha però aggiunto di esprimere soltanto opinioni personali. Solo ieri però il segretario di Stato americano Condolleezza Rice aveva richiamato Pechino alla massima moderazione nei confronti dei manifestanti. Sempre ieri, è stata sciolta la riserva del presidente Bush riguardo alla sua partecipazione alle Olimpiadi di questa estate: la crisi in Tibet, infatti, non rappresenta un motivo per boicottare l’appuntamento. Anche la presidenza slovena dell'Unione Europea, in una nota, sottolinea che non partecipare ai giochi ''non è la risposta giusta agli attuali problemi politici'' in quanto “potrebbe significare la perdita di un’opportunità per promuovere i diritti umani”. La Cina intanto ricorre al web per arginare le proteste anti-governative che, secondo il governo tibetano in esilio, nella provincia di Gansu avrebbero provocato altre 19 vittime. Sono state immesse in rete le foto segnaletiche di 19 ricercati considerati promotori delle violenze. Accanto alle pose, ricavate da riprese video, ci sono anche i numeri per le segnalazioni. Due sarebbero già stati rintracciati. Intanto, ieri Pechino ha ammesso per la prima volta che la polizia ha aperto il fuoco per autodifesa contro i manifestanti, scesi in piazza domenica scorsa nella contea di Aba: quattro le persone ferite, mentre altre fonti parlano di 8 morti.







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