2008-03-20 14:21:01

Si allarga la protesta in Tibet. Il Dalai Lama pronto a dialogare con la Cina ma dopo segnali concreti


Nuovo appello del Dalai Lama alla Cina. Il leader tibetano si è detto disponibile ad incontrare il presidente Hu Jintao a patto che ci siano i segnali da parte di Pechino per intavolare i colloqui. Intanto il governo cinese ha ammesso che la protesta si sta diffondendo in altre province e che non intende essere tollerante con chi commette azioni criminali. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

“Indicazioni concrete” che Pechino voglia il dialogo. E’ la richiesta del Dalai Lama per incontrare le autorità cinesi, in particolare il presidente Hu Jintao anche se rivela che al momento questa è “un’ipotesi non praticabile”. Intanto la Cina ha corretto il tiro delle dichiarazioni del premier britannico Gordon Brown che, dopo una telefonata con il suo omologo Wen Jabao, aveva reso noto la disponibilità di quest’ultimo ad incontrare il Dalai Lama. C’è il desiderio di riavviare un dialogo - sostengono fonti ufficiali - ma solo sulla base delle condizioni poste da Pechino. Dopo l’appello di ieri per far ripartire le trattative, oggi il leader spirituale tibetano si è spinto oltre aggiungendo di temere che siano “moltissime” le vittime delle manifestazioni anti-governative. La Cina in realtà ha ammesso che si sono verificati scontri nella provincia settentrionale del Gansu e che la protesta si è allargata. Almeno 20 gli esuli tibetani fermati a Kathmandu, a Lhasa. Altre 24 persone sono state arrestate ieri mentre sarebbero circa 170 quelle che si sono arrese “in maniera spontanea” alle forze di polizia. La conta delle vittime, per la Cina, resta ferma a 13, diversa la stima del governo tibetano in esilio che parla di cento morti. Intanto il ministero degli Esteri cinesi ha chiarito che i “criminali” vanno “puniti secondo la legge” e per loro non può esserci alcuna tolleranza. Infine sono stati cacciati dal Tibet gli ultimi giornalisti presenti: si tratta di due corrispondenti tedeschi che per alcuni giorni si erano rifiutati di lasciare la zona.








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