2008-03-20 15:20:05

"Le persecuzioni anticristiane non sono pagine ingiallite della storia, ma cronaca quotidiana". Così mons. Amato sul martirio di mons. Rahho


L'arcivescovo caldeo di Mossul Paulos Faraj Rahho è “l'ultima perla di quella collana martiriale che adorna la Chiesa di Cristo, la quale, se da una parte, si affligge e piange per la morte tragica di questo suo figlio illustre, dall'altra, pur ferita, si commuove per questa sua alta testimonianza di fede al Vangelo”. Lo ha detto martedì sera il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Angelo Amato, che ha presieduto, a Roma, una veglia di preghiera in ricordo dei martiri, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Il presule, riferisce l'Agenzia Sir, dopo aver sottolineato che a Mossul i cristiani “da qualche tempo sono oggetto di crescente violenza”, ha affermato che “continua nel disinteresse e nell'indifferenza totale del mondo, l'oppressione lenta e inesorabile dei cristiani iracheni, che mira alla loro completa estinzione. Si colpisce il pastore per disperderne il gregge. Ma i martiri, per provvidenza divina, esistono ancora e diventano seme di cristiani”. Le persecuzioni anticristiane “non sono pagine ingiallite dei secoli passati ma cronaca quotidiana. In un mondo globalizzato persiste in modo pervicace l'odio della fede cristiana. Sembra che tutto possa essere tollerato - ha affermato mons. Amato - eccetto la testimonianza cristiana”. (S.G.)







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