India: digiuno e marce contro la persecuzione dei cristiani in Orissa
Oggi pomeriggio l’arcivescovo di New Delhi Vincent Concessao, molti membri del parlamento
e leader di gruppi religiosi faranno una marcia nella capitale indiana, dal Jantar
Mantar al Parlamento, per chiedere giustizia per le vittime delle violenze di Natale
contro i cristiani nel distretto di Kandhamal, nello Stato di Orissa. La protesta,
cui partecipano anche 150 vittime delle violenze, rientra nelle manifestazioni e nello
sciopero della fame iniziati il 18 marzo dal "Consiglio globale dei cristiani indiani"
contro le autorità dell’Orissa, accusate di proteggere i responsabili e per chiedere
l’intervento del governo centrale. Mons. Concessao ha sollecitato il governo dell’Orissa
e quello centrale a proteggere i diritti delle minoranze ed a garantire la sicurezza
per le vittime. A Natale, nell’Orissa, centinaia di fondamentalisti indù hanno scatenato
una vera caccia al cristiano, distruggendo e incendiando centinaia di abitazioni,
negozi, chiese e strutture della Chiesa, causando morti e feriti e costringendo migliaia
di cristiani a fuggire per settimane nella foresta, in assenza dell’intervento della
polizia. Centinaia di famiglie, che hanno perso casa e lavoro e non hanno ancora ricevuto
alcun aiuto dallo Stato, sono confinate in campi profughi, dove spesso mancano i viveri
e continuano minacce e piccole violenze, anche ad opera della polizia. Ad AsiaNews,
Sajan George, presidente del "Consiglio globale dei cristiani indiani", afferma che
“la maggiore manifestazione di protesta sarà domani, Venerdì Santo, giorno di preghiera
e digiuno per i cristiani in tutto il mondo. In questa solenne occasione, vogliamo
chiedere al governo di portare il Paese, e soprattutto l’Orissa, sulla via della giustizia
e della pace”. (R.P.)