Non conosce tregua la violenza in Somalia. Ieri sono stati 9 i morti dopo una dura
battaglia tra insorti islamici e truppe etiopiche e governative. L’ONU non esclude
l’invio nel Paese di caschi blu mentre le sue agenzie continuano a lavorare. Passi
in avanti nel sistema scolastico sono evidenziati proprio dall’UNICEF. Nell’ultimo
decennio, infatti, sono triplicate le bambine iscritte alla scuola primaria. Ma, nonostante
questi miglioramenti, solo una bimba su 4 riceve una completa istruzione elementare.
La strada da percorrere è ancora lunga. L’agenzia delle Nazioni Unite intende, entro
il 2009, aumentare con i suoi progetti il numero di iscrizioni femminili ora pari
al 25 per cento rispetto ad un 37 per cento maschili. L’UNICEF denuncia, però, il
mancato impegno di una parte della comunità internazionale nei piani da realizzare
in Somalia, lacerata ancora oggi da una profonda crisi interna. Federico Piana
ne ha parlato con Donata Lodi, direttore delle relazioni esterne UNICEF-Italia:
R. –
Noi abbiamo lanciato un appello per oltre 46 milioni di dollari e devo dire che ne
sono stati raccolti finora, purtroppo, molto pochi. C’è probabilmente la percezione,
da parte della Comunità internazionale, che quella della Somalia sia una crisi talmente
acuta che è impossibile fare qualunque cosa. La realtà, invece, è che si riesce a
portare aiuti. Occorre ovviamente affrontare costi abbastanza alti, che sono dovuti,
soprattutto, al raggiungimento delle zone più isolate del Paese. Ciò nonostante, negli
ultimi dieci anni, per esempio, siamo riusciti a far salire il tasso di scolarizzazione,
in particolare per le bambine. Si sta poi lavorando anche su impegni di lungo periodo.
L’emergenza immediata, comunque, è veramente pesantissima. Ricordiamo che ci sono
due milioni di persone in stato di crisi che hanno bisogno di aiuto umanitario. Senza
quello non sopravvivono. C’è una malnutrizione infantile che rappresenta una delle
principali cause di mortalità. Ci sono 85 mila bambini malnutriti, di cui 15 mila
sono realmente a rischio di vita. E’ una situazione pesantissima, senza paragoni con
altre regioni dell’Africa. La mancanza di aiuti è francamente sconcertante, perché
– ripeto ancora – molto si potrebbe fare.
D. - Nonostante
l’impegno dei governi, voi avete detto che si è fatto poco. La comunità internazionale,
a questo punto, cosa dovrebbe fare? Voi l’avete esortata a spingersi un po’ oltre…
R.
– La Comunità internazionale dovrebbe fare due cose: sostenere chi sta ancora lavorando
in Somalia per aiutare le popolazioni civili e impegnarsi di più per costringere le
parti in causa a raggiungere degli accordi di pace. Io ricordo che soltanto negli
ultimi tempi sono morti 400 bambini a Mogadiscio per i combattimenti. Lì ci sono presenze
anche di forze internazionali. La Comunità internazionale sicuramente è a conoscenza
di quello che sta accadendo in Somalia.
D. – Voi
avete detto: abbiamo raccolto pochissimo. Ci servono 46 milioni milioni di dollari,
ma nessun governo, al di là delle buone intenzioni e delle buone parole, mette le
mani in tasca e fa qualcosa…
R. – Qualche governo
qualcosa ha fatto, ma è chiaro che queste situazioni non si risolvono con la buona
volontà di uno o due governi ed una tantum. Ci vuole un impegno maggiore. Ma accanto
all’impegno finanziario, bisognerebbe davvero riuscire ad uscire da questa logica
in base alla quale la Somalia è considerata un nuovo ricettacolo di estremismo islamico.
Secondo questa logica si lascia far avanzare il conflitto senza intervenire. In realtà
non è così: la Somalia è molto più variegata di quello che appare. Dalle poche, purtroppo
pochissime, pagine di giornale che le vengono dedicate emerge che zone intere del
Paese vivono una situazione di quasi assenza di conflitto. Certamente l’isolamento
aggrava la situazione e la mancanza di autorità politica. Sono 17 anni che la Somalia
non ha un governo: è possibile che la Comunità internazionale non avverta il rischio
di questa situazione ? Sicuramente non ha petrolio, non ha interessi di alcun tipo
e certamente il rischio è alto. In questa situazione di abbandono ha ragione solamente
chi è presente. Se è presente solo l'estremismo islamico ci si trova di fronte ad
una miscela esplosiva.