Il Dalai Lama chiede alla Cina di riavviare il dialogo sul Tibet
Accanto alle parole del Papa sul Tibet, espresse oggi all'udienze generale, c’è anche
l’appello lanciato oggi dal Dalai Lama che ha invitato la Cina a riprendere il dialogo
sospeso due anni fa. Il leader buddhista, nel corso di un incontro con i rappresentanti
più intransigenti della comunità tibetana, si è impegnato per una soluzione non violenta
della crisi. Intanto, Pechino rende nonto che a Lhasa la situazione sta tornando alla
normalità. Il servizio di Benedetta Capelli:
Vivo
apprezzamento per le parole del Papa è stato espresso dai buddhisti italiani. L’appello
di Benedetto XVI giunge nel giorno in cui anche il Dalai Lama si è rivolto alla Cina
sottolineando come vivere fianco a fianco significhi confrontarsi e stabilire un dialogo.
I negoziati sul Tibet sono fermi da due anni e per il leader spirituale buddhista
è giunto il momento di “guardare a lungo termine”. “I cinesi - riferisce uno stretto
collaboratore del Dalai Lama - non risolveranno mai la questione inviando le truppe:
la soluzione è di metterci uno di fronte all'altro”. Parole riferite anche alle cinque
organizzazioni tibetane più intransigenti, incontrate oggi in India, che chiedono
il proseguimento della lotta fino ad ottenere l’indipendenza dalla Cina. Una posizione
che non è condivisa dal Dalai Lama, fedele invece al principio della non-violenza,
e soprattutto favorevole ad un’autonomia del Tibet. Dalla Cina rimbalzano intanto
le dichiarazioni del segretario del Partito comunista del Tibet, che ieri ha parlato
di una “lotta per la vita o la morte” con il Dalai Lama che, sempre ieri aveva annunciato
le sue dimissioni di fronte ad un degenerare della situazione. Intanto, secondo Pechino,
a Lhasa si torna alla normalità: oltre cento persone si sarebbero consegnate dopo
la scadenza dell’ultimatum. E mettere fine alle violenze è la richiesta avanzata al
premier cinese, Wen Jiabao, e dal premier britannico, Gordon Brown, che ha annunciato
un incontro con il Dalai Lama durante la prossima visita del leader spirituale tibetano
a Londra. "Human Rigth Watch", in un comunicato di oggi, chiede a Pechino di “permettere
immediatamente” a osservatori indipendenti di accedere ai numerosi tibetani arrestati
nei giorni scorsi. Sulla stessa linea Amnesty International che, sul proprio sito,
ha lanciato un appello in favore di 15 monaci tibetani fermati il 10 marzo scorso
e dei quali non si hanno più notizie. Riguardo alle prossime Olimpiadi, che alcuni
vorrebbero boicottare, la Cina ha confermato il passaggio della fiaccola olimpica
in Tibet che sarà accesa lunedì in Grecia. Soddisfatto il CIO, il Comitato olimpico
internazionale, che aveva chiesto il rispetto dei programmi perché la torcia dei Giochi
rappresenta “un potente simbolo che - avevano detto gli organizzatori - porta i popoli
del mondo a superare le loro divergenze".