2008-03-17 15:34:26

Presentato in convegno a Milano il Tavolo regionale delle istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana


L'umanità è il "criterio, il pilastro delle problematiche della sanità". L'affermazione del cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, è contenuta nell'intervento che il porporato ha tenuto sabato scorso in apertura del convegno intitolato "Le istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana: caratteristiche e finalità". L'evento è stato organizzato dalla Consulta per la pastorale della salute della Regione Lombardia e dal Tavolo regionale delle istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana, presentato in occasione del Convegno. A seguirlo per noi c'era, da Milano, Fabio Brenna:RealAudioMP3


Sono ventidue realtà che gestiscono 117 strutture sanitarie in Lombardia. Per la prima volta si sono presentate insieme al pubblico nel convegno organizzato anche come momento unitario di questi enti cattolici impegnati nel complesso sistema sanitario, che in Lombardia si fonda su un 70% di pubblico e su un 22% di privato. Le istituzioni sanitarie di ispirazione cattolica vogliono avere un loro spazio con una precisa identità: quella no-profit. Don Gianmaria Comolli è il segretario del Tavolo regionale che riunisce gli enti sanitari cattolici lombardi:

 
“Noi, come istituzioni sanitarie, non lavoriamo a fine di lucro, quindi non strumentalizziamo assolutamente la malattia e la sofferenza, ma lavoriamo solamente per poter curare la persona nella sua globalità e, ovviamente, se ci fossero degli utili, questi utili non potrebbero essere divisi tra coloro che gestiscono gli enti ma dovrebbero essere re-investiti o nell’Opera o in opere similari. Non possiamo dimenticare, ad esempio, che tanti di questi enti sono congregazioni religiose che sostengono varie opere sanitarie anche nei Paesi del Terzo Mondo”.
 
Secondo mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e delegato della Conferenza episcopale lombarda per la pastorale della salute, i principali elementi da tutelare quando si considera il rapporto fra istituzioni pubbliche e sanità cattolica, sono bene comune e giustizia. Bene comune è l’obbiettivo da perseguire da parte degli operatori con la loro vocazione alla cura integrale della persona ammalata, e giustizia da parte delle istituzioni, che devono rispettare gli impegni presi e riconoscere quanto dovuto secondo gli obblighi di legge. Non nasconde le difficoltà del settore don Gianmaria Comolli:

 
“Vogliamo chiedere alle istituzioni il dovuto, anche a livello economico, visto che queste istituzioni stanno soffrendo, purtroppo, una grossa crisi a livello economico. Quindi, noi non vogliamo chiedere privilegi alle istituzioni, ma vogliamo – attraverso il principio di sussidiarietà – chiedere alle istituzioni il giusto. Vogliamo mostrare la particolare attenzione che queste strutture hanno nei confronti delle varie categorie deboli della società, quindi malato psichiatrico, disabile, anziano”.
 
In occasione del convegno è stato presentato un volume che presenta una per una tutte le 22 istituzioni sanitarie cattoliche che gestiscono, fra l’altro, sei IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), tre ospedali classificati, 17 case di cura, 33 dipartimenti psichiatrici e per la disabilità, oltre a 45 residenze sanitarie assistenziali, per un totale di 13.642 posti letto.







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