Il presidente della CEI, Angelo Bagnasco, ricorda ai fedeli che “Gesù ci salva portando
le nostre croci”
''Gesù resta sulla croce per assicurarci che lo troveremo sempre. Nelle nostre croci
lui ci precede e si fa trovare. E la croce fa parte della realtà di noi uomini. Ci
sono quelle visibili, altre più nascoste, ma non meno pesanti. Egli si fa trovare
e ci salva portando la croce con noi''. È tutta incentrata sul messaggio di salvezza
della croce e sul significato del sacrificio di Gesù l’omelia della domenica delle
Palme dell’arcivescovo di Genova e presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco,
tenuta ieri nella cattedrale di San Lorenzo nel capoluogo ligure. ''Se Gesù fosse
sceso dalla croce che cosa avrebbe compreso il mondo - ha spiegato il cardinal Bagnasco
- che cosa avremmo compreso noi dopo duemila anni, come avremmo scoperto che Dio sta
dalla nostra parte, dalla parte delle nostre debolezze e delle nostre croci? Per questo
resta inchiodato al legno. Per rassicurarci che resterà sempre inchiodato all'amore,
per farci vedere non la sua potenza, ma per farci toccare la fedeltà di Dio. Egli
resta là dove la violenza dei nostri peccati l'hanno condannato, per dirci che quello
e' il suo trono, che egli è il mediatore unico tra Dio e l'uomo''. L'arcivescovo di
Genova si è inoltre soffermato sull’importanza della divina liturgia, definendola
''la prima scuola della fede della vita cristiana. Una scuola per tutti, senza esclusione.
L'unica condizione, è l'apertura del cuore, anche per chi avesse poca fede, o fosse
in ricerca, o si trovasse qui unicamente per una tradizione cara. Perchè la liturgia
non è una sacra rappresentazione - ha osservato il porporato - ma un incontro con
l'invisibile presenza di Dio''. (M.G.)