Domani i funerali di Chiara Lubich: la testimonianza dell'arcivescovo di Canterbury
Rowan Williams
Tre giorni dopo la scomparsa, è tuttora ininterrotto il flusso di visitatori desiderosi
di portare un ultimo saluto a Chiara Lubich. La camera ardente che accoglie la salma
della fondatrice del Movimento dei Focolari resterà aperta fino alle 11 di domattina,
a Rocca di Papa. Quindi, alle 15 di domani pomeriggio, il cardinale segretario di
Stato, Tarcisio Bertone, presiederà le esequie solenni nella Basilica di San Paolo
fuori le Mura, trasmesse in diretta televisiva via satellite e via Internet. Sulla
figura e sull'esperienza di Chiara Lubich - che sarà sepolta nella Cappella del Centro
internazionale del Movimento dei Focolari - si sofferma il primate della Comunione
anglicana, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, intervistato dalla
collega della redazione inglese della nostra emittente, Philippa Hitchen:
R.
– Chiara Lubich was one of the great figure… Chiara Lubich è stata una delle
grandi figure della Chiesa moderna e una di quelle figure che appartiene non solo
alla comunità della Chiesa cattolica, ma a tutti quelli che capiscono quanto si sia
adoperata per il rinnovamento dei cristiani. Ha imposto un cambiamento nella vita
della comunità di molti, molti cristiani. I suoi scritti e i suoi insegnamenti sono
stati di ispirazione per centinaia di migliaia di persone, se non di più. E noi piangiamo
la sua scomparsa con profondi sentimenti. E’ una donna che ho avuto il privilegio
di incontrare e ho avuto contatti molto fruttuosi con il Movimento dei Focolari. Per
molti, molti anni hanno incoraggiato e ispirato me e il mio ministero. Quindi, il
mio cuore va a quanti in questi giorni piangono la perdita di Chiara. Penso che vedremo
in lei una delle grandi luci dell’attuale generazione cristiana.
L’opera
di Chiara Lubich non si è svolta solo a livello del dialogo ecumenico e interreligioso
ma ha riguardato anche i campi molto concreti dell’economia e della politica, con
progetti specifici, nella convinzione che la fede coinvolge tutte le realtà dell’uomo.
Ascoltiamo in proposito il prof. Antonio Maria Baggio, docente di etica politica
alla Gregoriana e per tanti anni stretto collaboratore di Chiara Lubich. L’intervista
è di Luca Collodi:
R. –
Chiara ha dato vita a movimenti reali, non soltanto a delle intenzioni. Quando Chiara
nel 1991, in Brasile, ha l’intuizione di dar vita a un’economia di comunione, lo fa
perchè si rende conto che la comunione dei beni, che pure c’era sempre stata dentro
il movimento, non era sufficiente, bisognava cominciare a pensare a un modo nuovo
di produrre, di gestire le aziende per superare la povertà, per mettere in condizione
di formare anche i giovani, le persone a questa nuova cultura della comunione anche
in economia e per creare un nuovo prototipo di modo di lavorare che fosse pienamente
personalista e comunionale anche nella società. Oggi sono oltre 700 le aziende che
aderiscono a questo progetto che naturalmente crea anche una sua riflessione economica,
crea i suoi libri, crea i suoi percorsi universitari e lo stesso vale per la fraternità
in politica. Il grande principio dimenticato, quando abbiamo tentato di sviluppare
soprattutto la libertà e l’uguaglianza in questi ultimi due secoli e tante volte l’una
in conflitto con l’altra: chi vuole la libertà sente come un vincolo l’idea di uguaglianza
e viceversa. La grande intuizione, invece, è quella che se si vive fraternamente la
libertà e l’uguaglianza trovano il loro equilibrio giusto.
D.
- Cosa succederà ora che non c’è più Chiara Lubich, professor Baggio?
R.
- L’abbiamo chiesto molte volte a lei e lei ci ha sempre risposto in questo modo:
“Sarà bellissimo, lo Spirito Santo ricolmerà dei doni che vi faranno capaci di portare
avanti l’opera, così come è nata, e di ingrandirla secondo tutte le ricchezze che
contiene”. Anzi diceva: “Dopo di me voi vivrete ancora di più questo ideale, perchè
crescerete, perchè sarete maturi, dovrete essere veramente fratelli e sorelle e quindi
prendere ancora più sul serio questo ideale”. Così ci ha sempre risposto. Credo di
non aver trovato nessuno che sente il senso della mancanza o dell’assenza, c’è in
tutti noi una pienezza e un desiderio di continuare a fare ancora meglio ciò che lei
ci ha insegnato.
E l'impegno di Chiara Lubich si è esteso anche al mondo
culturale con la promozione di un Istituto universitario, "Sophia", a Loppiano (Firenze),
cittadella del Movimento. Luca Collodi ne ha parlato col teologo e sacerdote
focolarino don Piero Coda:
R. –
E' un’intuizione che sempre Chiara ha portato nel suo cuore lungo questi anni e cioè
che quella corrente di esperienza intensamente evangelica, che è nata dal carisma
dell’unità di cui Chiara si è fatta interprete, che ha coinvolto appunto il movimento
dei Focolari in questi anni, che questa corrente di vita evangelica diventasse anche
un fermento, un lievito di carattere culturale in un mondo come il nostro che attraversa
un momento epocale, un momento di svolta. C’è la necessità che il Vangelo di Gesù
mostri tutta la sua efficacia anche a livello intellettuale, a livello sociale, nella
vita dell’uomo del nostro tempo. Questo istituto universitario, fortemente voluto
da Chiara - è commovente che ce l’abbia lasciato proprio come la sua ultima eredità
– è nato proprio il sette dicembre dello scorso anno. Il sette dicembre è una data
molto cara a Chiara e al Movimento dei Focolari perché il sette dicembre del ’43,
Chiara, giovanetta, si è consacrata a Dio da sola per compiere quello che era il volere
di Dio, non sapendo ancora quale sarebbe stata la sua strada.