Perplessità dei vescovi della Bolivia sulla nuova Carta costituzionale
I presuli della Bolivia hanno accolto con soddisfazione “l’affermazione della dignità
umana come fonte di diritti e doveri”, presente nel testo della nuova Carta costituzionale
che sarà sottoposta a referendum popolare il prossimo 4 maggio. Nel documento “Affinché
il popolo abbia vita”, l’episcopato boliviano propone, in particolare, orientamenti
pastorali in vista della consultazione. I presuli esprimono anche preoccupazioni e
perplessità: “l’ambiguità dei cosiddetti diritti sessuali e riproduttivi mette in
pericolo l’integrità della famiglia nella sua funzione procreativa e debilita il diritto
e la missione educativa dei genitori verso i figli”. I vescovi sottolineano anche
come nel testo il diritto alla vita, sebbene sia riconosciuto come fondamento di tutti
gli altri, non sia associato all’intero percorso esistenziale, “dal concepimento fino
alla morte naturale”. L’episcopato è anche preoccupato per le pressioni e la violenza
che da tempo caratterizzano il dibattito sulla liceità del progetto di nuova Costituzione.
I vescovi ribadiscono ancora una volta che “il dialogo è l’unico mezzo per raggiungere
l’accordo, un dialogo basato sulla trasparenza ed il mutuo rispetto in vista del bene
comune e della dignità umana”. Secondo i presuli, è in atto da anni un costante indebolimento
delle istituzioni democratiche dello Stato ed un aumento del clima di tensione provocato
“dalla mancanza di sicurezza”. I linciaggi, l’incremento del narcotraffico ed il contrabbando
– si legge nel documento dei vescovi boliviani – sono situazioni che denotano un pericoloso
vuoto istituzionale. Tutto ciò è aggravato inoltre da problemi economici, “come ad
esempio la mancanza di posti di lavoro e l’aumento del costo della vita, che pregiudicano
in maniera diretta i più poveri ed emarginati”. (A cura di Luis Badilla)