Il Papa presiederà nel pomeriggio una Liturgia penitenziale per i giovani della diocesi
di Roma: intervista con mons. Leuzzi
Benedetto XVI presiederà questo pomeriggio alle 17.30 nella Basilica Vaticana una
Liturgia penitenziale per i giovani della diocesi di Roma. La Radio Vaticana seguirà
in diretta l’evento a partire dalle 17.20. All’Angelus di domenica scorsa il Papa
aveva invitato a partecipare “a questo appuntamento con la Misericordia di Dio” definendolo
“un momento forte di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù” che sarà
celebrata a livello diocesano domenica prossima, Domenica delle Palme, e che culminerà
in luglio con il grande incontro di Sydney. Al termine della celebrazione penitenziale
un gruppo di giovani porterà in processione la Croce dell’Anno Santo fino al Centro
internazionale San Lorenzo, attiguo a Via della Conciliazione, dove la Croce è custodita.
Alle 20.00 il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici,il cardinale Stanisław
Ryłko, celebrerà la Messa per i giovani, che animeranno successivamente una Veglia
di preghiera con adorazione del Santissimo Sacramento fino alla mezzanotte. Giovanni
Peduto ha per l’occasione intervistato mons. Lorenzo Leuzzi, direttore
della pastorale universitaria per la diocesi di Roma:
R. -
L’incontro di questo pomeriggio con Benedetto XVI rappresenta il momento culminante
del cammino di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù Tutto il cammino
dell’anno catechetico per i giovani e con i giovani è stato centrato sulla riscoperta
del Sacramento della Confermazione proprio in sintonia con le indicazioni che il Santo
Padre ci ha indicato nel suo Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.
E’ un momento importante perché, nella celebrazione del Sacramento della Penitenza,
sarà possibile per i giovani e per l’intera comunità cristiana riscoprire i limiti,
ma anche il desiderio di una vita nuova, che con il Dono dello Spirito Santo i credenti
hanno ricevuto fin dal giorno del proprio Battesimo. Direi che, celebrando la Misericordia
di Dio, abbiamo la possibilità di capire come la vita cristiana è veramente un dono
che è affidato alla responsabilità di ciascuno di noi.
D.
- I giovani stanno, quindi, riscoprendo il Sacramento della Riconciliazione?
R.
– Il Sacramento della Riconciliazione costituisce un momento importante del cammino
formativo, perché è il momento in cui i giovani hanno la possibilità di una consapevolezza
sempre maggiore della propria identità, ma soprattutto della necessità di un rapporto
sempre più intimo con il Signore, che raggiunge poi il suo vertice nella celebrazione
eucaristica.
D. - Come avvicinare sempre di più
i giovani a questo segno della misericordia divina?
R.
– Direi che i giovani sperimentano, intorno a loro stessi, tanta violenza e tanta
cattiveria, ma soprattutto tanta difficoltà di poter ricominciare da capo. Penso che
oggi la mancanza di fiducia e di speranza nei giovani nasca proprio da questa difficoltà
di capire e di trovare il luogo e la possibilità di ricominciare da capo. Ecco credo
che il Sacramento della Riconciliazione sia proprio la grande proposta e il grande
evento nel quale il giovane può veramente fare esperienza che solo Dio può rimettere
in moto la vita di un giovane.
D. - “Avrete forza
dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”: questo il tema
scelto da Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney e che fa
da filo conduttore anche ai momenti di preparazione all’incontro mondiale in programma
a livello diocesano: mons. Leuzzi, cosa vuol dire fare esperienza dello Spirito Santo?
R.
– Significa rendersi conto che l’essere battezzati, che la vita cristiana è sostenuta
dalla presenza dello Spirito, che permette al credente di vivere in maniera creativa,
nuova e sempre originale la propria esperienza storica. Direi che, insieme con Benedetto
XVI, i giovani sono aiutati a riscoprire che la vita cristiana non è una adesione
puramente formale ad una idea e ad un progetto, ma è veramente esperienza di un Dio
che accompagna, con i doni del suo Spirito, la vita concreta ed esistenziale dei giovani.
D.
- Ci stiamo avvicinando al terzo anniversario di Pontificato di Benedetto XVI: quale
rapporto si è instaurato tra i giovani e il Papa?
R.
– Si tratta di un rapporto che giorno per giorno cresce sempre di più e non soltanto
in quel rapporto sentimentale ed affettivo che è tipico proprio dei giovani, ma soprattutto
in quella consapevolezza che il Magistero di Benedetto XVI apre orizzonti nuovi per
poter vivere nel concreto e nel vissuto quotidiano l’esperienza della fede. In questo
senso credo che i giovani si accostino a Benedetto XVI con una sempre maggiore disponibilità,
perché il Papa li stimola a ricercare, a ripensare e a riflettere proprio per poter
essere poi testimoni del Vangelo nei vari ambienti dove i giovani si trovano.
D.
- Quali sono, a suo parere, i messaggi di Benedetto XVI che più colpiscono i giovani? R.
– Anzitutto la semplicità. Il Vangelo è una proposta semplice, ma allo stesso tempo
dà grande profondità: il Vangelo ha bisogno sempre di essere ripensato e questo penso
che sia molto importante per i giovani, i quali vivono questa condizione di continua
crescita. Io penso che Benedetto XVI aiuti i giovani rendersi conto che la giovinezza,
che l’esperienza dell’essere giovani è proprio l’esperienza di un Vangelo che deve
essere continuamente cercato e scoperto, proprio per poterlo vivere e soprattutto
realizzando quel desiderio di novità, che è tipica dell’esperienza giovanile.