Gli appelli di Benedetto XVI nell'udienza ai vescovi di Haiti in visita "ad Limina":
al Paese caraibico servono aiuti economici e sacerdoti "fidei donum"
Sostegno economico dai Paesi ricchi e invio di sacerdoti e formatori dalle altre Chiese
del mondo, peché il futuro di Haiti dipende in larga parte da queste due tipologie
di disponibilità. Con chiarezza, Benedetto XVI ha messo in evidenza le necessità della
piccola isola dei Caraibi, nel discorso rivolto ai vescovi locali ricevuti in visita
ad Limina. Il Papa ha parlato anche della tutela della famiglia fondata sul
matrimonio e della formazione, non solo scolastica, dei giovani. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Le graduatorie
di sviluppo economico e demografico sono drammaticamente eloquenti nella loro stringatezza:
Haiti è la nazione più povera dei Caraibi, meno di metà dei suoi abitanti ha un lavoro
stabile, ha una speranza di vita che arriva a 50 anni e una popolazione per metà analfabeta
e priva di accessi all’acqua potabile, senza contare che per scorte alimentari e fabbisogno
energetico gli haitiani dipendono in larga parte dalle forniture estere. Benedetto
XVI non ha fatto mistero della miseria, della disoccupazione, ma anche “delle divisioni
e delle ingiustizie” che affliggono l’isola centroamericana. Così, fin dall’inizio
del suo discorso ha lanciato una serie di appelli alla solidarietà:
"Je
demande au Seigneur de mettre au cœur... Chiedo al Signore di mettere
nel cuore di tutti gli haitiani, in particolare delle persone che hanno una responsabilità
sociale, il coraggio di promuovere il cambiamento e la riconciliazione, affinché
tutti gli abitanti del Paese abbiano condizioni di vita degne e che beneficino dei
beni della terra, all’interno di una solidarietà sempre più grande. Non posso dimenticare
coloro che sono obbligati a emigrare nel Paese vicino per soddisfare i loro bisogni.
Auspico che la comunità internazionale prosegua ed intensifichi il suo sostegno al
popolo haitiano, per consentirgli di prendere in mano il suo futuro ed il suo sviluppo".
La
crisi del Paese finisce inevitabilmente per nuocere anche ai legami parentali. Il
Papa ha condiviso la preoccupazione dei vescovi di Haiti per “la perdita progressiva
del senso del matrimonio e della famiglia" messi - ha osservato - "sullo stesso piano
di altre forme d'unione”. Attraverso le parole della Gaudium et spes, il Pontefice
ha rilanciato la necessità di una pastorale attenta alle famiglie, specie quelle più
giovani, perché siano sostenute e formate al “rispetto della vita”. Molto ampia, e
commovente nel sua attenzione, la parte dell’intervento dedicata da Benedetto XVI
alla crescita del clero haitiano. Invitate i sacerdoti ad “astenersi da impegni politici”,
ha detto il Papa ai vescovi, e curate le vocazioni ricercando gruppi di formatori
per i vostri seminari:
"Je vous invite
à envisager avec les épiscopats d’autres pays... Vi invito
a prevedere con gli episcopati di altri Paesi la messa a disposizione di formatori
esperti, con una vita sacerdotale esemplare, per accompagnare lungo le varie tappe
della loro formazione umana, morale, spirituale e pastorale, i futuri sacerdoti dei
quali le vostre diocesi hanno bisogno. Da ciò dipende il futuro della Chiesa in Haiti.
Possano le Chiese locali accogliere questo appello ed accettare di fare dono di sacerdoti
che contribuiscano alla formazione dei seminaristi, secondo lo spirito della enciclica
Fidei donum”.
Nelle parole
di Benedetto XVI, c’è stato anche il ricordo del viaggio apostolico che Giovanni Paolo
II compì nell’isola caraibica 25 anni fa e del motto che l’accompagnò. Un motto che
inneggiava a un cambiamento, per ottenere il quale Benedetto XVI ha posto in risalto
il lavoro svolto dalle scuole cattoliche, molto stimate ad Haiti. “Attraverso l'insegnamento
- ha affermato - è la formazione e la maturazione delle personalità che si realizzano,
con il riconoscimento dei valori essenziali e con la pratica delle virtù”. Ed ha aggiunto:
"Faites
savoir aux jeunes Haïtiens que le Pape a confiance en eux... Fate
sapere ai giovani haitiani che il Papa ha fiducia in loro, che conosce la loro generosità
ed il loro desiderio di realizzare con successo la propria vita, che Cristo li chiama
ad un'esistenza sempre più bella, e che ricordino che solo Lui è portatore del vero
messaggio di felicità che dà senso all'esistenza. Sì, i vostri giovani sono per me
ragione di gioia e di speranza. Un paese che vuole svilupparsi, una chiesa che vuole
essere più dinamica, deve inizialmente concentrare i loro sforzi sulla gioventù”.