Secondo uno studio, le minoranze sono le prime vittime dei cambiamenti climatici
I rom europei, i pastori karimojong ugandesi, i dalit indiani e le popolazioni indigene
sono tra le comunità più minacciate dai cambiamenti climatici. Sono anche quelle che,
in caso di catastrofe naturale, sono sempre le più vulnerabili e le ultime a ricevere
aiuto. Sono alcune delle conclusioni contenute nell’ultimo rapporto presentato ieri
dal Gruppo internazionale per i diritti delle minoranze. “I cambiamenti climatici
– si legge nel documento – sono ormai al primo posto dell’agenda internazionali” ma
spesso manca il riconoscimento delle minacce per le minoranze. Il legame stretto di
queste comunità con l’ambiente – si sottolinea in una nota ripresa dall’agenzia Misna
– le rende particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. Alcuni indigeni sono
costretti a lasciare le loro terre o ad assistere alla distruzione del loro ambiente.
Per questo – conclude il rapporto – occorre che “la voce delle minoranze sia ascoltata
nel dibattito internazionale”. (A.L.)