Nel 25.mo della Prelatura personale dell’Opus Dei, svolta una giornata di studio all’Università
della Santa Croce
I 25 anni fa della Prelatura dell’Opus Dei sono stati ricordati ieri alla Pontificia
Università della Santa Croce, dove si è svolta una Giornata di studio e riflessione
sul significato teologico e giuridico di questa particolare istituzione. Il servizio
di Roberta Gisotti:
Trascorso
un quarto di secolo è tempo di bilanci per la Prelatura personale dell’Opus Dei, istituita
da Giovanni Paolo II con la Costituzione apostolica Ut sit, promulgata nel
marzo 1983. Si concludeva un lungo cammino durato oltre 40 anni, iniziato da San Josemaria
Escrivà de Balaguer - fondatore nel 1928 a Madrid dell’Opus Dei - per un riconoscimento
particolare della Santa Sede, che arriverà dopo il Concilio Vaticano II, nello spirito
di favorire il dinamismo pastorale della comunità cristiana. Per la prima volta nella
storia della Chiesa, nasce una realtà ecclesiale governata da un prelato, che non
ha un territorio delimitato, dove i fedeli pure riconoscendosi nella Prelatura dell’Opera
appartengono ed operano nelle diocesi in cui vivono: “cristiani comuni” - ha sottolineato,
all’Università della Santa Croce, l’attuale prelato mons. Javier Echevarria - impegnati
a testimoniare quell’“unità di vita” tra le attività quotidiane del lavoro, dello
studio, della famiglia e il rapporto con Dio.
Oggi,
l’Opus Dei conta quasi 85 mila aderenti, fra i quali 2 mila sacerdoti e 21 vescovi,
sparsi in 350 diocesi in oltre 60 Paesi. Gestisce 15 Università, 11 Istituti Superiori
di commercio, 36 Scuole elementari e superiori, 97 scuole tecnico-professionali e
centri educativi per giovani disagiati, 166 residenze per studenti, 7 ospedali, di
cui due in Africa e numerose opere di beneficenza e progetti di aiuto.
Non
tutti, a suo tempo, hanno guardato con fiducia all’Istituto della Prelatura personale,
paventando rischi teologici e giuridici, dubbi dissipati in 25 anni. Ed oggi - è stato
evidenziato nel Convegno di studio - guardare a questa istituzione potrebbe servire
per affrontare necessità pastorali attuali in una società segnata dalla mobilità delle
persone e dalla multiculturalità.