ALGERIA Niente espulsione per un pastore protestante
ALGERI, 11mar08 - Il Consiglio di Stato algerino ha annullato ieri la decisione di
espellere dall’Algeria il pastore protestante Hugh Johnson. Ne ha dato notizia lo
stesso pastore. Johnson, 74 anni, era stato invitato il 25 febbraio scorso a lasciare
l'Algeria dove vi vive da più di 45 anni. Lo scorso anno il suo permesso di soggiorno
non era stato rinnovato dalle autorità. La decisione di espellerlo è intervenuta quando
anche la Chiesa protestante di Algeria – di cui fa parte il pastore Johnson – è caduta
al centro di una polemica tra i responsabili musulmani e quelli cristiani accusati
di voler propagare il cristianesimo in Algeria. Una polemica che è andata crescendo
e che ha portato alla fine gennaio, ad Orano, alla condanna ad un anno di carcere
al sacerdote cattolico francese Pierre Wallez. Il sacerdote era stato accusato di
aver violato la legge che vieta la pratica religiosa non musulmana fuori dai luoghi
autorizzati. Sulla vicenda del pastore protestante erano intervenuti anche i vescovi
cattolici di Algeria, intercedendo per lui presso il ministro per gli affari religiosi.
La vicenda del pastore Johnson si è chiusa ieri quando il Consiglio di Stato ha
accettato un ricorso alla sua espulsione. All’annuncio dell’annullamento, il pastore
– così si legge nel comunicato diffuso dalla Federazione protestante francese – “ha
espresso la sua riconoscenza per il sostegno che tutte le Chiese di Algeria gli hanno
manifestato. Vuole vedere in questa decisione un segno di speranza per i cristiani
di Algeria”. I sentimenti per parte cattolica sono stati espressi dall'arcivescovo
di Algeri, mons. Henri Teissier. “Noi – ha detto al Sir – conosciamo da più di 40
anni il pastore Johnson. Viviamo nella stessa realtà cristiana di Algeria ed abbiamo
con lui progetti comuni. La decisione del Consiglio di Stato – aggiunge l’arcivescovo
- è una buona notizia perché da un anno e mezzo subiamo decisioni contro i cristiani
ed è la prima volta una decisione presa non viene applicata. E’ un segno di apertura.
Da 15 mesi non abbiamo che segnali negativi”. Sono mesi difficili per i vescovi algerini
che ora hanno a cuore la condanna del prete cattolico ad un anno di carcere. In un
messaggio diffuso al termine di una riunione nei giorni scorsi, i vescovi d’Algeria
avevano manifestato la preoccupazione della comunità cattolica per i crescenti “ostacoli”
e “difficoltà” subite dai cristiani nel Paese. (Sir-MANCINI)