Il cardinale Bertone al rientro in Italia dopo le visite in Armenia e Azerbaigian.
Stamattina, la celebrazione nella nuova chiesa di Baku
Si conclude oggi il viaggio all’insegna dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso
del cardinale Tarcisio Bertone in Armenia e Azerbaigian. Stamani il segretario di
Stato vaticano ha celebrato la santa Messa nella Chiesa cattolica dell’Immacolata
Concezione a Baku, esprimendo il suo incoraggiamento per la piccola comunità dell’Azerbaigian.
“Siate tutti e ciascuno pietre belle, levigate, che poggiano sulla pietra angolare
che è Cristo” così il cardinale si è rivolto ai fedeli. In serata il rientro in Vaticano.
Il servizio di Benedetta Capelli:
Essere
cristiani significa incontrare Cristo, stare con Lui, amarlo come Signore e Maestro.
Lo ha ricordato ai fedeli accorsi nell’unica Chiesa cattolica dell’Azerbaigian il
cardinale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. Durante l’omelia, il porporato
ha parlato della conversione di San Paolo “conquistato da Cristo” e folgorato dalla
luce che non lo ha più lasciato. “Senza Cristo - ha aggiunto- la nostra fede sarebbe
un castello di sabbia”, insegnamenti che non dicono nulla al cuore ma che si vivificano
attraverso il suo amore misericordioso. I veri cristiani, dunque, i veri santi sono
coloro che si sono sentiti amati e perdonati dal Signore, così come lo fu la donna
adultera salvata dalla lapidazione da Gesù. La loro vita esemplare nasce dall’assunto
che tutto l’amore che hanno seminato proviene da quello infinito ricevuto da Dio.
Sono parole piene di speranza soprattutto per la piccola comunità azera perché è difficile
seguire Cristo, ha detto il cardinale Bertone, quando ci sono “resistenze di mentalità,
di ambiente, di pressione sociale” e allora ha ricordato a tutti che il segreto per
non cedere alla tentazione è “vivere con Gesù, vivere di Gesù, lasciarsi amare e perdonare
da Lui”. Sentire, aggiunge il porporato, che ogni giornata è come una creazione nuova
fatta per noi perché Lui ci ama.
Ai tanti giovani
presenti in chiesa, il segretario di Stato ha ricordato che occorre essere “persone
nuove” nate dalla morte “dell’uomo vecchio”, diceva San Paolo, che è in noi. Un cambiamento
del cuore che si realizza in azioni concrete, con il “distacco dalla sete di guadagno,
un amore generoso e non egoista o possessivo per gli altri, una fedeltà nei rapporti
soprattutto nella vita familiare, un rispetto tra i coniugi e dei genitori per i figli”
e in particolare l’onestà sul lavoro. Cristo è nella casa dove ogni giorno accoglie,
nel luogo simbolo che è la chiesa dove i sacerdoti donano Dio e la sua misericordia.
“Questa casa - ha aggiunto il cardinale Bertone- siete prima di tutto voi. La Chiesa
è il corpo di Cristo, di cui ciascuno di voi è una pietra. Siate tutti e ciascuno
pietre belle, levigate, che poggiano sulla pietra angolare che è Cristo”.
Il
porporato ha, infine, ricordato di essere stato mandato dal Papa per mostrare agli
azeri la loro importanza per l’intera Chiesa cattolica. Ringraziando i vari rappresentanti
delle altre comunità cattoliche, ha parlato di comunione e fraternità nell’unico Signore,
ha riconosciuto il bene compiuto dai figli di Don Bosco e la loro vocazione verso
la “perfezione evangelica”. Al termine dell’omelia, il segretario di Stato ha affidato
coloro che riceveranno il Battesimo in prossimità della Pasqua alla protezione di
Maria, Madre della Chiesa.