2008-03-08 15:00:22

Dialogo interreligioso al centro della penultima giornata del cardinale Bertone in Azerbaigian


Giornata all’insegna del dialogo interreligioso per il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ancora in visita in Azerbaigian. Il porporato, dopo aver visitato la moschea di Baku, ha partecipato alla preghiera di benvenuto nella Cattedrale russa ortodossa auspicando che si possa quanto prima “esprimere in modo visibile l’unità della Chiesa”. A seguire il segretario di Stato ha visitato la sinagoga della capitale azera e ha pranzato con il capo dei musulmani del Caucaso riaffermando che la tolleranza religiosa è “l’acquisizione di un’elevata civiltà”. Domani la conclusione del viaggio. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3


“Per noi cristiani il dovere dell’amore reciproco è tanto più urgente”. Con queste parole il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone si è rivolto ai fedeli della Chiesa ortodossa russa di Baku, da poco restaurata dopo essere stata distrutta e profanata. Nella preghiera di benvenuto, il porporato - ringraziando per l’accoglienza ricevuta - ha ricordato le intenzioni del Concilio Vaticano II in base alle quali sostenere “il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli Orientali è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione cristiana e per condurre a termine la riconciliazione d’Oriente e d’Occidente”. Armonizzare le differenze in nome dell’unica “fede in Gesù Cristo, Signore e Salvatore” è l’auspicio del cardinal Bertone affinché si possa realizzare quanto prima e così “in modo visibile” l’unità della Chiesa. Rivolgendo, a nome del Papa, una preghiera per Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, è stata sottolineata la “concreta fraternità cristiana” in Azerbaigian dove i fedeli cattolici furono privati della loro Chiesa a causa della “violenza ateistica” ma dove trovarono accoglienza e condivisione nella chiesa ortodossa. Un episodio ricordato già da Giovanni Paolo II nella sua visita in Azerbaigian nel 2002. Il segretario di Stato ha poi rivolto il suo pensiero alla comunità ortodossa, alle famiglie, ai bambini, agli anziani che si "sentano fieri della loro appartenenza alla Santa Chiesa”. A loro ha chiesto poi preghiere per il Papa e per quanti lo aiutano nel suo ministero petrino.

 
All’insegna della tolleranza religiosa il saluto rivolto al capo dei musulmani del Caucaso, durante un incontro al quale hanno partecipato anche i capi religiosi della Chiesa ortodossa russa e della comunità ebraica. Il cardinal Bertone ha ringraziato il leader musulmano per l’impegno con il quale lavora in nome della tolleranza religiosa intesa come “caposaldo della civiltà” azera e come “un faro a cui mirare con sempre decisa convinzione”. Il compito di Sheykh-ul-Islam, al quale Benedetto XVI ha consegnato in passato un’alta Onorificenza Pontificia, mostra in concreto come le “religioni non debbano essere mai strumentalizzate, mai creare conflitti e contrapposizioni”. In proposito la Santa Sede, ha detto il cardinal Bertone, è vicina a quanti nel mondo promuovono una vera comprensione e una proficua convivenza fra religioni diverse, nel rispetto e nella stima reciproci. Il porporato ha poi ricordato l’incontro del leader musulmano con Giovanni Paolo II a Baku ricambiato in Vaticano. Un colloquio che suscitò grande impressione nel mondo cattolico e che rappresentò uno degli ultimi impegni ufficiali per Papa Wojtyla già gravemente malato. Il cardinal Bertone ha poi sottolineato la “squisita sensibilità” dei musulmani nel partecipare ai funerali del Santo Padre in Piazza San Pietro. Tolleranza religiosa come “acquisizione di elevata civiltà” è il concetto che Benedetto XVI ha voluto consegnare al cardinal Bertone per la sua visita nella Repubblica Caucasica. “Il modo migliore – ha detto il segretario di Stato- per garantire ai popoli e ai Paesi una prosperità che sia frutto dell’impegno comune”, nel pieno sostegno da parte della Santa Sede di chi “vede nella tolleranza e nello scambio reciproco un arricchimento e una crescita nell’umanità”. Ringraziando per il banchetto offerto, il cardinale ha ricordato come per una parte della Chiesa cattolica condividere il cibo sia “simbolo dell’impegno a continuare insieme anche nell’edificazione di un mondo dove ci si comprenda”, ci si impegni nel rispetto dei valori che danno dignità all’uomo e rendono l'umanità "fraterna e solidale”.







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