2008-03-06 15:19:30

Emergenza educativa: la riflessione del cardinale Ruini e del filosofo Possenti


La crisi pedagogica è una delle sfide più importanti della società contemporanea. La questione, richiamata con forza nella recente Lettera di Benedetto XVI alla Diocesi e alla città di Roma, è stato affrontato ieri in un incontro organizzato a Palazzo Lateranense nell’ambito del Progetto culturale “Viam Scire”. Sul tema “Educare: una questione fondamentale e decisiva” sono intervenuti il cardinale vicario Camillo Ruini, il professor Vittorio Possenti e la professoressa Chiara Palazzini. I particolari nel servizio di Silvia Gusmano:RealAudioMP3


Mera trasmissione di competenze e di abilità. Questa la visione educativa che da qualche decennio domina la società occidentale, poco sensibile al tema della formazione e disposta a guardare all’Uomo solo attraverso le riduttive lenti della scienza. La pedagogia, al contrario, è un’arte complessa la cui crisi è superabile soltanto attraverso una ridefinizione delle sue finalità. Il cardinale vicario Camillo Ruini:

 
“La questione più importante è quella di avere chiaro il traguardo dell’educazione, che è la persona umana. Quando si ha chiaro che l’uomo non è semplicemente un pezzetto della natura, ma è immagine di Dio, che l’uomo ha una responsabilità morale, allora si può fare un’educazione che cerchi di formare la persona a questi grandi valori, a queste grandi realtà”.
 
Da qui il profondo legame tra il tema della formazione e la questione antropologica. Non si può educare l’uomo senza sapere chi sia, senza avere una visione chiara della sua natura. L’emergenza educativa, ha sottolineato Vittorio Possenti, professore di filosofia politica all’Università di Venezia, è causata dal forte disorientamento della società contemporanea, priva ormai di un sistema condiviso di valori:

 
“L’antropologia cristiana, che è stata lungamente un’antropologia tradizionale e di riferimento, fino ad un passato non lontano anche per i non credenti, non dico che sta scomparendo ma è certamente in difficoltà, perché è un po’ soverchiata dalla nuova antropologia secolare che tenta di dare un’immagine dell’uomo escludendo la religione, escludendo in buona misura anche la filosofia e fondandosi sulle scienze naturali, biologiche e umane, che è assolutamente insufficiente. Quindi dobbiamo lavorare ad un movimento di risveglio anche sul piano non solo educativo ma antropologico, perché non è possibile educare se non si sa chi è il soggetto che dobbiamo educare”.
 
Il risveglio dalla profonda stanchezza che paralizza ormai l’Occidente deve partire dalla famiglia, il cui ruolo educativo, come ha ricordato di recente Benedetto XVI, è di primaria importanza. Ancora il cardinale Ruini:

 
“In particolare, il ruolo dei genitori è fondamentale, come coloro che danno sicurezza affettiva ai figli. E per questo, il Papa nella sua lettera ha insistito sulla fedeltà coniugale come base per la sicurezza educativa dei figli. E in secondo luogo anche perché ai genitori compete dare le prime norme di vita, fare capire al bambino che esiste una differenza tra il bene e il male”.
 
Un rapporto quello con i figli non paritario, ma asimmetrico. Il genitore, ha concluso il cardinale vicario, lungi dal rappresentare un amico, deve essere “auctor”, letteralmente “colui che dà inizio a qualcosa e la fa poi crescere”.







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