Aumento delle tossicodipendenze in Africa, diventata crocevia delle rotte internazionali
degli stupefacenti
l’Africa è sempre più crocevia dei traffici di droga tra il Sud America e l’Europa.
Secondo il rapporto 2007 dell’Organo Internazionale di Controllo degli Stupefacenti
(OICS), ripreso dall’agenzia Fides, una percentuale crescente delle 300 tonnellate
di cocaina che sono consumate ogni anno in Europa passa attraverso l’Africa occidentale.
La cocaina che giunge dall’America latina in Africa occidentale viene immagazzinata
e successivamente rimpacchettata in piccole quantità per essere inviata sui mercati
europei attraverso corrieri che si recano nel “vecchio continente” in aereo. Il documento
riporta che nei primi 8 mesi del 2007 quantitativi importanti di cocaina sono stati
sequestrati in Benin, Capo Verde, Guinea Bissau, Mauritania e Senegal. L’Africa inoltre
è usata dai narcotrafficanti per procurarsi i precursori chimici, sostanze necessarie
per raffinare le droghe di origine naturale o per fabbricare stupefacenti sintetici.
L’aumento dei quantitativi di cocaina che giungono in Africa sta inoltre creando un
mercato locale che diventa sempre più importante agli occhi delle organizzazioni
criminali transnazionali. Un mercato importante è quello dell’Africa meridionale (in
particolare il Sudafrica) che è rifornito di cocaina sia direttamente dai Paesi latino
americani sia attraverso l’Africa occidentale, che a sua volta registra un aumento
dei casi di tossicodipendenza. La Guinea Bissau è uno dei Paesi dell’area che ha visto
un aumento del numero dei tossicodipendenti negli ultimi tre anni. La sostanza più
usata è un derivato della cocaina, il cosiddetto “crack” che è chiamato localmente
“Pedra”. Si tratta di una miscela di cocaina e bicarbonato di sodio che, dando maggiore
dipendenza, ha creato una vera e propria situazione di emergenza sociale. Le persone
che assumono questa sostanza diventano infatti aggressive al punto che l’esplosione
della violenza criminale nel Paese è imputata in gran parte alla diffusione del “Pedra”.
Oltre ai trafficanti di cocaina anche quelli di eroina utilizzano il continente africano
come luogo di transito. L’eroina proveniente dall’Asia sud occidentale arriva per
via aerea in Africa orientale e occidentale. Da qui viene poi spedita attraverso i
corrieri in Europa e nell’America settentrionale. I Paesi utilizzati dai trafficanti
di eroina sono Etiopia, Kenya e Tanzania in Africa orientale; Costa d’Avorio, Ghana
e Nigeria in quella occidentale e Sudafrica nell’Africa meridionale. Sebbene il numero
di africani che abusano di eroina rimanga basso ed è limitato ai Paesi di transito,
si è notato un loro aumento in Mozambico, Sudafrica, Kenya, Mauritius, Tanzania, Costa
d’Avorio, Senegal e Marocco. I tossicodipendenti africani abitualmente assumono l’eroina
fumandola ma nelle aree urbane di Paesi come Kenya e Tanzania si è diffusa l’assunzione
per via endovenosa, facendo aumentare il rischio dell’epidemia di AIDS. (M.G.)