2008-03-06 15:21:33

Al via in Myanmar la terza visita dell'inviato dell'ONU Gambari


E’ iniziata oggi in Myanmar la nuova visita dell’inviato speciale dell’ONU, Ibrahim Gambari, con lo scopo di accelerare il processo di democratizzazione nel Paese e favorire la partecipazione alle istituzioni anche delle opposizioni e della loro leader, Aung San Suu Kyi. Si tratta della terza visita di Gambari nell’ex Birmania dal settembre scorso, quando la giunta militare al potere ha represso nel sangue le manifestazioni dei monaci buddisti. Un mese fa il governo birmano ha annunciato a sorpresa la sua intenzione di indire per maggio un referendum su una nuova Costituzione e di organizzare elezioni per il 2010. Proposte, queste, criticate dall’opposizione. Ma quanto è reale la volontà della Giunta di favorire la democratizzazione? Giada Aquilino lo ha chiesto a Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews:RealAudioMP3


R. – Ci sembra che sia il referendum che le elezioni siano un modo per rabbonire l’opinione internazionale con delle scelte molto calcolate e controllatissime da parte della Giunta. Teniamo presente che Gambari, dal 2006, aveva un compito: quello di liberare Aung San Suu Kyi e di permettere il lavoro e l’impegno politico dell’opposizione. Queste due cose non sono, però, avvenute.

 
D. – Per il 2010, la Giunta ha annunciato elezioni legislative, già criticate però dall’opposizione. Perché?

 
R. – Perché di per sé hanno fissato la data senza però guardare alla Costituzione. Dalla Costituzione deve venir fuori, poi, la possibilità di formare un Parlamento. Questo referendum sul Trattato viene svolto senza poter fare nessuna campagna pubblicitaria, nessun discorso pubblico da parte dell’opposizione. Inoltre, i religiosi non possono votare, non possono esprimere la propria posizione, il che significa che almeno un terzo della popolazione birmana non potrà dire la sua. Alla stesura della Costituzione non ha, tra l’altro, partecipato l’opposizione e vi hanno preso parte soltanto alcuni gruppi etnici. E’ fatto apposta per far continuare a vivere la Giunta tranquillamente. Uno dei commi della Costituzione dice, infatti, che il presidente non può essere una persona sposata ad uno straniero: una norma per eliminare la possibilità che Aung San Suu Kyi possa diventare presidente.

 
D. – Che Paese è oggi la Birmania, a sei mesi dalle manifestazioni di piazza represse nel sangue?

 
R. – Le testimonianze che ci arrivano sono testimonianze di grande povertà, perché l’aumento del costo del carburante ha determinato la crescita dei prezzi al consumo di tutte le cose. Ci sono anche molte persone che non hanno assistenza sanitaria e gli ospedali stessi sono fatiscenti e senza medicine. Ma soprattutto c’è ancora tanta paura.

 
Pakistan-Bhutto
Sono stati formalmente incriminati i presunti assassini dell’ex premier pachistano Benazir Bhutto. I cinque, arrestati tra Rawalpindi e nelle zone tribali del nord-ovest del Pakistan, sarebbero legati ad Al Qaeda.

Sri Lanka-attentato
L’esplosione di una bomba ha ucciso nel nord dello Sri Lanka, controllato dai ribelli secessionisti, un parlamentare dell'Alleanza nazionale Tamil. L’ordigno era collocato sul ciglio della strada. A renderlo noto fonti dell'Esercito di liberazione delle Tigri Tamil che hanno puntato il dito contro l’esercito di Colombo.

Petrolio-euro-record
Corsa inarrestabile per il prezzo del petrolio che ha sfondato quota 105 dollari al barile. Nuovo record per l’euro che nei primi scambi di oggi in Europa ha toccato quota 1,5325 dollari. Vola pure l’oro che sfiora a Londra i 1000 dollari l'oncia. Intanto a Francoforte ha preso il via il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che, come ampiamente previsto, ha lasciato i tassi di interesse invariati al 4 per cento.

NATO-riunione Bruxelles
Lo stato di salute della NATO, la presenza in Afghanistan e le nuove adesioni all’Alleanza Atlantica sono gli argomenti al centro di una riunione dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles, in vista del vertice di Bucarest dal 2 al 4 aprile. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap de Hoop Scheffer, ha parlato dei progressi per la Croazia, l’Albania e la Macedonia per l’adesione nonostante per quest’ultima ci sia la minaccia di veto della Grecia. Per quanto riguarda la Bosnia, la Serbia e il Montenegro invece le prospettive di essere ammesse alla NATO sembrano essere più lontane. Sul Kosovo, de Hoop Scheffer ha parlato di una “situazione volatile”.

Repubbliche ex-sovietiche-indipendenza
Fermento in tutta l’area ex sovietica. Dopo l’indipendenza del Kosovo, l'autoproclamata repubblica dell’Ossezia del sud, in Georgia, intende seguire l’esempio di Pristina. Da Mosca, Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3


Il dopo Kosovo è già iniziato nello spazio ex-sovietico: dopo anni di tregua alla frontiera del Nagorno-Karabakh, truppe azere ed armeno si sono affrontate per ore. Il rischio dello scoppio di una nuova guerra è altissimo. La Repubblica dell’Ossezia del Sud, agli inizi degli anni Novanta separatisi della Georgia, ha inviato una lettera all’ONU, al presidente della Russia, ai capi di Stato della CSE, Comunità degli Stati Indipendenti, e dell’Unione Europea in cui si chiede il riconoscimento e l’indipendenza da Tbilisi. Un periodo di 17 anni di esistenza – si legge nel messaggio – conferma la capacità di vita e richiede una sua legittimazione. L’Ossezia sottolinea l’esistenza sul proprio territorio di istituti democratici e la creazione di uno stato di diritto. Entro la fine della settimana un analogo passo verrà compiuto anche dall’Abkhazia, l’altra regione separatista da Tbilisi. In Transnistria, invece, russi e moldavi stanno trattando. Gli speaker dei Parlamenti osseto, abkhazo e transnistro sono stati invitati la prossima settimana a Mosca, alla Duma, per un confronto. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

Cipro-riunificazione
Potrebbe svolgersi tra il 17 e il 24 marzo l’incontro fra il neo presidente cipriota Demetris Christofias e il leader turco cipriota Mehmet Ali Talat. Sul tavolo un accordo sulla riunificazione dell’isola che metta fine a 34 anni di separazione. Da Atene, Christofias, che ha incontrato il premier greco Karamanlis auspica che questo negoziato possa avvenire senza ingerenze da parte della Turchia. A Vittorio Parsi, docente di relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano, Stefano Leszczynski ha chiesto quanto sia stata determinante nel rilancio del dialogo l’elezione di Christofias alla presidenza cipriota:RealAudioMP3


R. – Il cambiamento delle persone fisiche nelle cariche è un elemento che noi tendiamo a sottovalutare perché le persone sono legate alla posizioni assunte in passato ma a volte le persone nuove, anche quando appartengono allo stesso partito, sono svincolate da un richiamo rigido al passato stesso. E' cambiato poi per alcuni aspetti il contesto. E’ evidente che l’unica Cipro sovrana che la comunità internazionale riconosce è la Cipro unita, ma all’interno questa potrà avere anche un assetto federale con ampia autonomia.

D. – La Turchia non si è espressa, ha mantenuto un profilo molto basso. Questo come si può interpretare?

 
R. – I turchi sono consapevoli che la questione cipriota è uno dei macigni sulla strada dell’ingresso della Turchia nell’Unione. E quindi sanno, da un lato, che questo ostacolo va rimosso ma allo stesso tempo sono convinti che si perderebbe un elemento negoziale nei confronti di quanti, nell’Unione, sono sfavorevoli all’ingresso di Ankara. Credo che la prudenza turca sia da valutare in questo modo.

 
D. – Potrebbe esserci un ruolo importante per l’Unione Europea in un eventuale negoziato, o dovrebbe rimanere – secondo lei – qualcosa di circoscritto all’isola?

 
R. – Sarebbe ipocrita dire che non sia un problema europeo. D’altra parte, è anche vero che la prospettiva dell’Europa è l’elemento che può invogliare tanto i turchi ciprioti quanto i turchi stessi a muoversi in una direzione di maggiore cooperazione. E infine, è innegabile che l’Unione Europea dovrà discretamente fare pressione e contemporaneamente dare attenzione ai rapporti con la Turchia.

Medio Oriente
Ancora tensione in Medio Oriente dove un soldato israeliano è rimasto ucciso e altri tre feriti per l’esplosione di una mina al confine con la Striscia di Gaza. Per un colpo di cannone sparato dalle truppe israeliane un palestinese è morto a Jabaliya. Intanto, preoccupazione è stata espressa da alcune ONG per la situazione umanitaria nei Territori dopo la ripresa delle violenze e l’embargo economico imposto dagli israeliani. Disordini anche nella spianata delle Moschee a Gerusalemme. Mentre si tenta di fra ripartire i colloqui di pace, fonti del Ministero della difesa ebraica hanno negato contatti per un cessate-il-fuoco con Hamas. Le stesse fonti hanno poi annunciato un accordo con alcuni coloni in Cisgiordania per lo sgombero di 26 insediamenti.

Iran-Iraq
Rinviato all’ultimo momento il quarto round di colloqui tra le delegazioni di Stati Uniti e Iran sulla sicurezza in Iraq, in programma per oggi a Baghdad. Un incontro che fonti americane e irachene hanno però negato.

Afghanistan-Italia
Ad agosto i militari italiani in Afghanistan dovrebbero lasciare Kabul per concentrarsi soltanto nella provincia di Herat. Lo ha annunciato il capo di Stato maggiore dell'esercito, Fabrizio Castagnetti. La parola definitiva spetterà però al parlamento e al governo.

Italia-morti bianche
Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri approverà il decreto legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, si registrano ancora vittime. Un operaio che lavorava per le Ferrovie dello Stato ha perso la vita, questa notte a Milano, travolto da un treno. Disgrazia anche nel bresciano dove è morto un agricoltore. Nella chiesa della Madonna della Pace di Molfetta, in provincia di Bari, si svolgeranno domani pomeriggio i funerali dei cinque lavoratori morti nel lavaggio di un’autocisterna. Per il procuratore della Repubblica di Trani, Nicola Barbera, la tragedia non è stata provocata da una fatalità ma ci sarebbe stata scarsa attenzione.

Australia-pedofilia
Sgominata una rete pedo-pornografica attiva in tutto il mondo. Le autorità hanno compiuto arresti in Australia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Nuova Zelanda. Scoperti circa 2500 clienti in 19 Paesi, le forze dell’ordine hanno sequestrato migliaia di computer contenenti immagini pornografiche e video. In salvo più di 40 bambini sui quali venivano compiuti abusi sessuali, ripresi e poi messi in Rete.

USA-esplosione
Paura a New York per l’esplosione, avvenuta intorno alle 4 del mattino, di una piccola bomba saltata in aria vicino al centro di reclutamento della US Army, che fortunatamente non ha provocato feriti. Sospesa e poi ripresa la circolazione della metropolitana verso Times Square.

Albania-naufragio
Drammatica traversata del piccolo lago Farka, in Albania. Un’imbarcazione con a bordo circa 20 persone, appartenenti a due famiglie diverse, è naufragata. Si contano 16 vittime e tra queste due bambini di cinque anni. Il natante, sul quale si stava festeggiando una festa di compleanno, aveva una portata massima di sette-otto passeggeri.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 66

 
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