Turchia: chiusa ad Antiochia la Grotta di San Pietro per la caduta di massi che minacciano
la sicurezza dei visitatori
Dal primo marzo è stata chiusa al pubblico ad Antiochia, nel sud della Turchia, la
nota Grotta di San Pietro, un incavo naturale sul fianco occidentale del Monte Stauris
in cui, secondo la tradizione, l’apostolo avrebbe riunito la prima comunità dei discepoli
che, proprio ad Antiochia, furono detti cristiani. Il provvedimento è stato preso
in seguito alla caduta di alcuni massi che minacciano la sicurezza dei visitatori.
La direzione del Museo (per il governo turco la Grotta è solo un museo) ha affidato
i lavori di imbrigliamento a una ditta specializzata di Adana. Ma, secondo il cappuccino
padre Domenico Bertogli, parroco della piccola comunità cattolica cittadina, il semplice
imbrigliamento non sarà sufficiente. Quindi, non si sa quando la Grotta potrà essere
riaperta. Si tratta di un grave disagio per le migliaia di pellegrini che la visitano
ogni anno. La Grotta, lunga 13 metri, larga 9,50 e alta poco più di 7, fu prolungata
di alcuni metri dai crociati che costruirono anche i due archi che la congiungono
alla facciata. Della primitiva costruzione rimangono ancora sul pavimento tracce di
mosaico e affreschi quasi invisibili sul lato destro dell’altare, affreschi che una
volta coprivano probabilmente l’intera parete di fondo. Piena di antichi simboli cristiani,
la Grotta è luogo caro a tutti gli abitanti di Antiochia, compresi i musulmani, che
il giorno della festa di San Pietro vi accorrono a prendere il pane benedetto e a
bere l’acqua “miracolosa” che portano anche ai malati. Più cara è alle comunità ortodossa
e cattolica, che vi celebrano sempre insieme il Natale e la Pasqua. (A cura di
padre Egidio Picucci)