Ormai alle ultime battute la corsa alla Casa Bianca. Nelle primarie di ieri, svoltesi
negli Stati del Texas, Rhode Island, Vermont e Ohio, tra i democratici è ancora testa
a testa tra Hillary Clinton e Barack Obama. Definitiva investitura, invece, per John
McCain, in casa repubblicana. Ce ne parla Giancarlo La Vella:
Torna
a vincere l’ex first lady, dopo una lunga serie di affermazioni di Barack Obama, ed
è di nuovo pienamente in corsa per la candidatura democratica alla Casa Bianca. Hillary
Clinton, sia pure di misura, ha avuto la meglio sul senatore dell’Illinois in Texas,
Ohio e Rodhe Island. Sarà, questo, un confronto che si risolverà sul filo di lana
e che andrà avanti ancora per diverse settimane. Molto più compatta, invece, la compagine
repubblicana, che, ancora una volta, si è schierata per John McCain, a questo punto
candidato ufficiale del partito per succedere al presidente Bush. Sui motivi che hanno
caratterizzato questa nuova tornata delle primarie, abbiamo raccolto il commento di
Paolo Mastrolilli, responsabile esteri del TG1 della RAI:
R.
– Nelle ultime settimane Hillary Clinton ha puntato soprattutto sul fattore esperienza,
sul fatto che lei è stata più a lungo a Washington e in politica di quanto non lo
sia stato Obama. Sta emergendo anche la questione economica, naturalmente con la crisi,
come un fattore determinante. La questione fondamentale è che con le elezioni di ieri
la spinta di Obama sembra essersi un po’ esaurita. Il risultato è affascinante, interessante,
ma anche molto preoccupante per il Partito Democratico, perché in sostanza rimane
diviso e c’è, quindi, il rischio che il candidato alla Casa Bianca venga deciso solamente
dalla convention di agosto. E questo mette il partito in difficoltà, perché gli elettori
si stanno dividendo, molte risorse vengono investite in questa campagna elettorale
e molti soldi vengono spesi, mentre dall’altra parte i repubblicani hanno scelto il
loro candidato, McCain, e possono quindi già prepararsi alle elezioni di novembre.
D.
– Che cosa ha portato in casa repubblicana ad una scelta definitiva, quasi da subito,
per McCain?
R. – Ad un certo punto l’eleggibilità
diventa fondamentale. Quando durante le primarie un candidato emerge come il candidato
più forte anche i voti degli altri confluiscono su di lui proprio per questa necessità
di avere un candidato unitario da presentare alle elezioni di novembre. McCain è popolare,
ha la capacità anche di raggiungere gli elettori moderati, gli elettori indecisi e,
quindi, nonostante non abbia convinto pienamente la base conservatrice del partito,
i repubblicani hanno deciso che era la carta migliore per cercare di conservare la
Casa Bianca a novembre.
D. – In questa campagna elettorale
si è parlato soprattutto di sicurezza, di temi economici e molto poco si è parlato
invece di temi etici e sociali. Per quale motivo?
R.
– Ci sono dei temi molto divisivi negli Stati Uniti e, quindi, i candidati fanno molta
attenzione a trattarli, perché temono in questa maniera di perdere voti. Ma la questione
dei valori è stata fondamentale nelle elezioni del 2004 e tornerà ad essere presente
in modo molto forte e molto significativo anche nelle elezioni del 2008.