India: per combattere la pratica dei feticidi femminili, tremila dollari alle famiglie
povere di 7 Stati dell'Unione
Il governo indiano offrirà circa 3mila dollari alle famiglie povere che decidono di
crescere le proprie figlie. Il progetto mira a scoraggiare la diffusa pratica dell’infanticidio
femminile, che ha portato ad uno squilibrio sessuale in diverse zone dell’Unione.
Dal 1994, in India l’aborto selettivo è vietato, ma la pratica continua tuttora nell’illegalità,
precisa l'Agenzia AsiaNews. Secondo una ricerca pubblicata nel 2006 dalla rivista
medica britannica Lancet, negli ultimi 20 anni nel Paese mancano all’appello 10 milioni
di femmine non nate. Nella cultura indiana, un maschio è preferito perché trasmette
il nome, diventa fonte di guadagno e può occuparsi dei genitori quando invecchiano,
mentre la femmina è destinata a lasciare la famiglia e inoltre costa, per la dote
che deve ricevere al momento delle nozze. Negli Stati più colpiti dal fenomeno, come
il Punjab, il rapporto delle nascite maschio/femmina è di 1000:793. Secondo il nuovo
programma governativo, le famiglie povere di 7 Stati riceveranno, in diverse rate,
il sussidio economico: la prima tranche, in contante, al momento della nascita della
figlia e poi le altre fino a 18 anni. Renuka Choudhry, ministro indiano per lo Sviluppo
delle donne e del bambino, si augura che l’iniziativa incoraggi le famiglie a guardare
le proprie figlie come a “una risorsa e non come a un vincolo, un peso”. Dal canto
loro attivisti per i diritti umani auspicano che il provvedimento interessi presto
non solo i poveri. (R.P.)