2008-03-05 14:31:53

Il cardinale Bertone in Armenia porta l’abbraccio fraterno del Papa al Patriarca Karekin II e l’auspicio della pace


Un abbraccio fraterno e l’auspicio della pace: il messaggio del Papa al Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, consegnato dal cardinale Bertone, segretario di Stato vaticano giunto ieri nella Repubblica Armena, su invito della autorità religiose e civili. Viaggio che era stato rinviato, domenica scorsa, a causa dello stato di emergenza, dichiarato dal Governo per i violenti scontri seguiti alle elezioni presidenziali. Oggi l’incontro del porporato con la comunità cattolica del Paese caucasico a maggioranza cristiana ortodossa. Domani il viaggio del cardinale Bertone proseguirà in Azerbaigian, dove resterà fino al 9 marzo. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 
“Anch’io mi sento a casa”, così il cardinale Bertone accolto nella cattedrale di Etchmiadzin, sede della Chiesa armena apostolica. “Porto il caro abbraccio fraterno del Santo Padre che La attende con gioia a Roma”, ha detto rivolto al Patriarca Karekin II. Il Papa – ha aggiunto - intende “esprimerle di persona la sua ammirazione per lo straordinario tesoro culturale e spirituale che gli Armeni hanno regalato all’umanità”. “Benedetto XVI – ha proseguito il porporato - auspica per voi giorni di pace, interna ed esterna. Auspica il superamento di condizioni sociali per molti ancora precarie. Auspica il cammino verso un progresso che sia rispettoso dei valori religiosi”, “fondamento e stimolo” per aiutare i più sofferenti e “costruire un avvenire di giustizia, di fiducia e di trasparenza per tutta la Nazione”. “Il Papa è ben consapevole – ha sottolineato il segretario di Stato vaticano - del ruolo primario ed insostituibile che la Chiesa è chiamata a svolgere in questo processo”.

Ha ricordato il cardinale Bertone, quanto “nel passato il potere ateistico si propose di indebolire la Chiesa armena” e quanti “testimoni della fede, persino venerati pastori, versarono il loro sangue in anni ancora vicini”. Ha quindi lodato “l’impegno instancabile” profuso dal Patriarca Karekin per ricostruire la Chiesa indebolita dal regime sovietico”, attraverso numerosi edifici di culto e strutture sociali, “segni concreti” che parlano di Dio, ed anche del sostegno offerto alla comunità cattolica, cosi come già aveva fatto il suo predecessore il Catholicos Vazken I.

La visita del cardinale Bertone, che ieri ha pure incontrato, a Erevan, il primo ministro Serge Sarkisian, neo-eletto presidente, proseguirà fino a domani. Stamane, dopo un colloquio con il ministro degli Esteri, tre appuntamenti: prima a Panik, “simbolo della presenza cattolica in Armenia”, dove oggi riposano le spoglie di padre Komitas, primo sacerdote cattolico arrivato dopo il comunismo, accanto a quello del primo ordinario, l’arcivescovo Nerses, scomparso circa un anno fa, “servo buono e fedele”, ha osservato il cardinale Bertone, che si è poi recato a Gyumri, dove ha visitato l’Ordinariato cattolico e la cattedrale armena apostolica della Madonna dei Sette Dolori ed ha pranzato nell’Orfanotrofio delle Suore armene dell’Immacolata Concezione, quindi ha raggiunto l’ospedale armeno di Ashotzk, vicino la Georgia, costruito per volontà di Giovanni Paolo II all’indomani del terribile terremoto che quasi 20 anni fa scosse questa terra, mietendo circa 30 mila morti. Dopo il grazie ai Camilliani e alle Piccole Sorelle di Gesù che qui hanno lavorato, ancora negli anni del comunismo, in isolamento e in disagiate condizioni climatiche, il porporato si è rivolto ai medici chiedendo loro di difendere la vita con ogni mezzo e ad ogni stadio del suo sviluppo, mostrando “che curare non è un mestiere, ma una vocazione, alla quale non tutti forse sanno essere fedeli”. Infine parole di conforto ai ricoverati: “la Chiesa – ha detto loro - vuole alleviare le sofferenze dal malato prestando mente, cuore e mani a Dio stesso”.







All the contents on this site are copyrighted ©.