2008-03-05 15:31:48

Denuncia degli istituti religiosi: violenze sessuali come strumento di guerra nella Repubblica Democratica del Congo


Non possiamo tacere di fronte alla situazione disumana e ingiustificata che continua nell’est della Repubblica Democratica del Congo. E’ quanto si legge in un comunicato dei responsabili delle Congregazioni religiose, maschili e femminili, che operano nella provincia orientale del Paese africano. Nonostante la pace firmata nel 2003 e le elezioni del 2006, l’area infatti è ancora sconvolta dalla presenza di bande e gruppi armati. A farne le spese è soprattutto la popolazione civile. Le violenze sessuali, in particolare, hanno raggiunto proporzioni allarmanti e sono considerate da molti osservatori come un vero e proprio strumento di guerra per costringere le popolazioni a lasciare le loro case. Nel documento – rende noto l’agenzia Fides – si afferma inoltre che gli abusi sessuali sono “terrificanti e innumerevoli”: costituiscono “una tragedia assimilabile ad una ‘epidemia’ il cui sradicamento deve mobilitare tutti”. I superiori maggiori lodano poi l’operato delle “numerose ONG, delle associazioni civili e delle strutture sanitarie che offrono servizi ammirevoli, e molto spesso gratuiti, a gran parte delle vittime. La Chiesa stessa ha creato diverse strutture per accogliere queste persone. Vengono infine avanzate alcune richieste per far fronte a tale drammatica situazione. Tra queste, l’applicazione degli articoli della Costituzione che prevedono di estendere la pace su tutto il territorio nazionale. Si chiede anche la riforma e il potenziamento del sistema giudiziario. (A.L.)







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