A Timor Est la Chiesa impegnata nella mediazione con i gruppi ribelli per promuovere
una pace autentica
Dialogo, pentimento, riconciliazione, pacificazione nazionale: sono questi i binari
lungo i quali è impegnata, nella difficile situazione di tensione politica e sociale,
la Chiesa cattolica a Timor Est. Nella storia della piccola repubblica asiatica, a
larga maggioranza cattolica, la Chiesa si è sempre impegnata per la pace ed il bene
comune. Attualmente, grazie agli sforzi di mediazione di leader cattolici, sembra
essersi aperto uno spiraglio per la riconciliazione della popolazione. Alcuni leader
dei ribelli hanno lasciato trapelare la disponibilità a fare ammenda pubblica. Alcuni
– precisa l’agenzia Fides - si sono già arresi e consegnati alle forze dell’ordine.
La speranza è che l’intero gruppo di militari ribelli consegni le armi e abbandoni
i propositi di sovversione, aprendo una nuova fase di pace. Il governo si è anche
detto pronto a perdonare i ribelli, reintegrandoli nelle loro funzioni di soldati.
La Repubblica Democratica di Timor Est è nata ufficialmente il 20 maggio 2002, dopo
un periodo sotto l'amministrazione transitoria delle Nazioni Unite. A Timor oltre
il 90% della popolazione si professa cattolica. Oltre a servire i bisogni spirituali
degli oltre 665.000 fedeli nelle diocesi di Dili e Baucau, la Chiesa a Timor Est fornisce
servizi sociali e sanitari e coordina programmi di sviluppo per gli agricoltori. Fra
le sfide della neonata nazione vi è la ricostruzione di infrastrutture, scuole, ospedali
e di una burocrazia efficiente per i diversi settori della vita pubblica. (A.L.)