Si aggrava la crisi tra Colombia, Venezuela ed Ecuador
Prosegue la crisi tra Colombia e Venezuela: a Caracas, è stato espulso il personale
diplomatico colombiano. L’Ecuador ha annunciato, inoltre, la rottura dei rapporti
diplomatici con Bogotà. I governi di Caracas e Quito hanno preso queste decisioni
dopo l’azione delle forze armate colombiane in territorio ecuadoriano che, due giorni
fa, ha portato all’uccisione di Raul Reyes, numero due delle FARC, le Forze armate
rivoluzionarie colombiane. In Colombia, intanto, gli inquirenti parlano di contatti
tra il leader delle FARC e ministri di Ecuador e Venezuela. Il servizio di Maurizio
Salvi:
A Bogotá,
il ministro della Difesa, Juan Manuel Santos, ed il capo della polizia, il generale
Oscar Naranjo, hanno insistito sul fatto che quella della Colombia è una lotta
senza quartiere contro il narcoterrorismo delle FARC. In particolare, Naranjo ha diffuso
documenti ritrovati in un computer di Raul Reyes, il numero due della guerriglia morto
nell’attacco. Emergono suoi intensi contatti con ministri sia dell’Ecuador sia del
Venezuela. Un documento, poi, proverebbe che Chavez avrebbe donato 300 milioni di
dollari alle FARC. Attorno a questa crisi si è mossa la diplomazia internazionale
ed il Brasile, principale potenza regionale, ha chiesto al presidente colombiano,
Alvaro Uribe, di scusarsi con il collega Rafael Correa per la violazione del territorio
ecuadoriano come condizione base per cercare di frenare l’escalation in atto. (Dall’America
Latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana)
In questo allarmante
scenario, si deve anche aggiungere che reparti militari ecuadoriani e venezuelani
sono stati dispiegati nelle ultime ore a ridosso del territorio della Colombia. Ma
come potranno cambiare gli equilibri dell’area dopo queste tensioni? Salvatore
Sabatino lo ha chiesto a Maurizio Chierici, esperto di America Latina:
R. -
Le tensioni sono gravi, ma teniamo presente che in America Latina il Paese guida è
il Brasile di Lula. Lula è stato l’uomo al quale l’amministrazione Bush ha in qualche
modo affidato il compito di regolare gli equilibri regionali, cioè della regione sudamericana.
Credo che Lula interverrà e cercherà di smorzare queste tensioni. E’ nell’interesse
di tutti, compresa l’amministrazione Bush che ormai sta declinando e che patisce la
tensione creatasi nell’unico Paese sicuro che aveva. Ma è nell’interesse anche di
chi sarà il futuro presidente statunitense, che non vorrà ritrovarsi appena insediato,
come è successo per Kennedy, una crisi in America Latina.