La riesumazione del corpo di Padre Pio: ai nostri microfoni il cardinale Saraiva Martins
"Quando la Chiesa sorride” è la nuova biografia del cardinale José Saraiva Martins,
prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il libro, edito da Rogate, ripercorre
tappa dopo tappa, la vita del porporato attraverso scritti e appunti autobiografici
arricchiti da alcuni colloqui con Andrea Tornielli, vaticanista de Il Giornale. Fu
proprio sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II, con la diretta responsabilità del
cardinale Saraiva Martins, che Padre Pio da Pietrelcina fu elevato alla gloria degli
altari. A distanza di ormai sei anni, era il giugno 2002, le spoglie di San Pio sono
state esumate per la ricognizione canonica. Dal 24 aprile saranno esposte a San Giovanni
Rotondo alla venerazione dei fedeli. Luca Collodi ha chiesto al cardinale
José Saraiva Martins perché tutto questo interesse dell’opinione pubblica sullo
stato di conservazione del corpo di San Pio:
R. –
Il fatto che la salma di un santo si trovi in uno stato già di corruzione non ha niente
a che vedere con la santità stessa della persona. Questo assolutamente no. La corruzione
o la non corruzione non è un fatto che riguarda la santità della persona. La santità
è una realtà soprannaturale, mentre la corruzione rappresenta un fatto normale. Per
quanto riguarda il caso di Padre Pio certamente la stampa ne ha parlato molto, ma
non sempre con quella chiarezza necessaria. Sarebbe bene, quando si parla di Padre
Pio e di tutto quello che sta avvenendo in questi giorni, tener conto che la riesumazione
del corpo di un santo o di un beato ha uno scopo molto preciso ed immediato, che è
quello di vedere in quale stato si trova quel corpo, quella reliquia. La finalità
ultima è quella di provvedere che quel corpo, in quanto possibile, possa essere tenuto
nel migliore stato di conservazione. E questo non per evitare la corruzione o la non
corruzione.
D. – Qualche fedele ha espresso dubbi
sulla riesumazione. Perché la Chiesa fatica, talvolta, a far passare messaggi chiari
in questi casi?
R. – Io penso che la ragione sia
dovuta al fatto che i fedeli non sono sempre in grado di capire la vera ragione di
quello che viene fatto. E’ quindi anche compito della Chiesa illustrare ai fedeli
il vero significato di quello che si intende fare. Io penso che ci voglia una catechesi
specifica a questo riguardo, che metta in rilievo il significato preciso, il significato
ecclesiale, il significato pastorale di questi fatti.