I vescovi algerini: cristiani sempre più alle strette nel Paese
In un messaggio diffuso al termine di una riunione nei giorni scorsi, i vescovi d’Algeria
hanno manifestato la preoccupazione della comunità cattolica per i crescenti “ostacoli”
e “difficoltà” subite dai cristiani nel Paese. Il documento, firmato da mons. Henri
Teissier, arcivescovo di Algeri e dai vescovi Gabriel Piroird di Constantine, Alfonse
Geiger di Orano e mons. Claude Rault, di Laghouat, si riferisce ad alcune recenti
espulsioni (tra cui quella di un pastore protestante americano), e alle “difficoltà
per i visti che impediscono a diverse congregazioni religiose di ricevere i responsabili
che coordinano le loro attività dall’estero, o a nuovi religiosi di sostituire i propri
confratelli malati o deceduti”. I vescovi denunciano altresì la recente condanna a
un anno di carcere con la condizionale inflitta da un tribunale di Orano al sacerdote
Pierre Wallez per aver violato la legge che vieta la pratica religiosa non musulmana
fuori dai luoghi autorizzati. Essi quindi respingono con forza le accuse di proselitismo
rivolte da alcuni organi di stampa, sottolineando che: “La sequela di Cristo è servizio
nella gratuità”. “La nostra più grande gioia – aggiungono i presuli – è quella di
poterci accogliere l’un l’altro nel rispetto delle differenze. Fare nascere la comunione
tra gli uomini di ogni origine e cultura è per noi la missione di Colui che ci ha
dato la Sua vita per riunire nell’unità tutti i figli di Dio dispersi”. I quattro
presuli hanno confidato le loro preoccupazioni al Ministro per gli affari religiosi
Bouabdallah Ghlamallah cui hanno ribadito “il rispetto della Chiesa per la società
algerina e le sue tradizioni religiose”, difendendo anche le altre comunità cristiane
in Algeria. Il Ministro, da parte sua, ha assicurato che non vi è alcuna intenzione
di rimettere in discussione la presenza della Chiesa in Algeria, ma solo di “evitare
la costituzione di gruppi che possano minacciare l’unità del Paese”. (L.Z.)