BELGIO Dibattito della Chiesa con le istituzioni europee sulle politiche del lavoro
BRUXELLES, 03mar08 – Alla vigilia del Consiglio europeo del 29 febbraio scorso, intitolato
“Lavoro, affari sociali, salute e protezione dei consumatori”, alcuni rappresentanti
delle Chiese d’Europa si sono incontrati con le istituzioni comunitarie per discutere
sulla modernizzazione delle politiche del lavoro, basata sul connubio tra sicurezza
e flessibilità, denominato “flessi-sicurezza”. Il Commissario europeo al Lavoro, agli
affari sociali e alle pari opportunità, Vladimir Špidla, ha spiegato che la flessi-sicurezza
permette di proteggere i lavoratori, di promuovere le pari opportunità tra uomo e
donna, di preservare la vita della famiglia e di lottare contro la povertà. In conclusione,
quindi, ha aggiunto Špidla, l’obiettivo primario della flessi-sicurezza è quello di
proteggere la dignità umana, poiché essa è centrata innanzitutto più sulla società
che sul mercato del lavoro. Questo concetto, ha sottolineato Stefan Lunte, assistente
del segretario generale della Commissione degli Episcopati della Comunità europea
(COMECE), si radica nella tradizione delle Chiese. Nella sfera sociale e politica,
esso dovrebbe essere valutato in riferimento ai progressi che potranno realizzare
i protagonisti più deboli del mercato del lavoro. Dal suo canto, il direttore della
Commissione “Chiesa e società” della Conferenza delle Chiese Europee, Rüdiger Noll,
ha spiegato che il successo delle politiche del lavoro è dipese dall’alto livello
di fiducia reciproca, il che rende necessario il coinvolgimento di tutti i gruppi
sociali: non solo gli impiegati e i sindacati, ma anche le Chiese e le organizzazioni
ad esse affiliate. Egli ha anche sottolineato la preoccupazione delle Chiese di fronte
alla segmentazione crescente del mercato del lavoro, al precariato e all’emarginazione
di alcuni gruppi della popolazione, come i disoccupati da lungo tempo, le persone
poco qualificate o gli immigrati. Infine, il vescovo di Linz, Mons. Ludwing Schwarz,
ha lanciato un appello a difesa della festa della domenica come eredità culturale
dell’Europa ed ha sottolineato che l’essere umano non deve essere creato come un individuo,
ma come un essere aperto alla comunità. “Solo il tempo libero diviso con gli altri
– ha detto il presule – permette agli esseri umani di guadagnare la loro piena dignità
nelle relazioni con gli altri”. (Comunicato COMECE – PIRO)