Russia alle urne per scegliere il successore del presidente Putin. Tensioni per due
esplosioni in Daghestan
Tensione per le elezioni presidenziali in Russia. Due esplosioni contro un convoglio
della polizia in Daghestan, nel sud del Paese, hanno provocato cinque feriti. Gli
agguati arrivano nel giorno in cui oltre 100 milioni di cittadini sono chiamati alle
urne per scegliere il successore di Putin. Favorito nella corsa il suo delfino Dmitri
Medvedev. Sulle operazioni di voto vigilano 500 mila poliziotti, ma le consultazioni
non saranno monitorate dall’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
in Europa, che ha rinunciato alla sua missione per le restrizioni imposte da Mosca.
Il servizio di Giuseppe D’Amato:
La Russia
sta scegliendo il suo terzo presidente. L’affluenza alle urne è superiore del 3-5%
rispetto al dato delle legislative di dicembre e a quello delle analoghe consultazioni
del 2004. E' quanto ha annunciato la Commissione elettorale. In Ciukotka, nell’Estremo
Oriente, l’83% degli aventi diritto ha votato. In Kamchatka il 56%, ma le avverse
condizioni climatiche hanno influenzato il risultato. Quattro sono i candidati in
lizza, elencati sulle schede in ordine alfabetico. “Sono di buon umore. E’ cambiato
il tempo atmosferico. E’ iniziata la primavera”, ha dichiarato al seggio Dmitrij Medvedev,
il favoritissimo candidato del Cremlino, indicato da tutti i sondaggi ad oltre il
70% delle intenzioni di voto. Ovunque nell’immenso Paese le misure di sicurezza sono
state rafforzate. Alle 19, ora italiana, i primi exit poll. La prossima "crociata"
contro la corruzione è già stata annunciata. “Qui – ha sottolineato Medvedev – molti
dei problemi non sono legati al basso livello degli stipendi. La morale religiosa
è stata messa da parte per oltre ottanta anni. L’unico punto di riferimento era la
tessera del partito”. Il Fondo, dove sono stati depositati i proventi dalla vendita
delle materie prime, è stato diviso in due parti. Una di queste andrà a finanziare
la costruzione di infrastrutture vitali per la Russia. L’interrogativo è cosa succederà
se decine di miliardi di dollari verranno spesi mali o, peggio, scompariranno. La
“luna di miele” tra Medvedev ed il Paese potrebbe essere bruciata dagli eventi: da
novembre i prezzi dei beni di prima necessità sono congelati e l’inflazione aumenta
lo stesso. Si teme una brusca impennata.(Da Mosca, per la Radio Vaticana,
Giuseppe D’Amato) Nonostante le preoccupazioni
per la qualità di vita all’interno del Paese, sull’inflazione e sul rischio-prezzi,
dopo 8 anni di presidenza Putin, la Russia è indubbiamente più ricca e pesa di più
sul piano internazionale, grazie soprattutto al suo braccio di ferro sulla questione
energetica. Incognite restano sulla libertà di espressione. Fausta Speranza
ha intervistato il giornalista Dario Thuburn, corrispondente da Mosca della
France Press:
R. –
Negli ultimi otto anni, per molte persone, è aumentata la qualità della vita. Almeno
la metà della popolazione, prima, era in povertà. Adesso la percentuale degli indigenti
è tra il 15 e il 20 per cento. La qualità della vita è senz’altro migliorata, rimangono
però delle regioni e in particolare delle classi sociali che si trovano ancora in
una situazione molto difficile. La preoccupazione è per l’inflazione che l’anno scorso
ha toccato il 12 per cento, con conseguente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Molti sono in apprensione per la situazione economica, per la possibilità che il prezzo
del petrolio possa salire. E questo, ovviamente, avrà un effetto sulla Russia.
D.
– A proposito della stampa di questi giorni. Sembra sia stata più distaccata che appassionata,
anche se sbilanciata verso Medvedev ...
R. – Certo, la stampa è molto
sbilanciata verso Medvedev, il candidato del Cremlino. I canali televisivi sono tutti
sotto il controllo dello Stato, la televisione è stata molto sbilanciata verso di
lui. Si sono visti anche gli altri candidati, ci sono stati dibattiti presidenziali
senza però la partecipazione di Medvedev. Lui, infatti, aveva deciso di non prenderne
parte; gli altri vi hanno partecipato ma i confronti sono andati in onda alle 7 del
mattino e alle 11 di sera, quindi pochi russi hanno seguito questi confronti.
D.
– Ecco, in definitiva, come sono state percepite queste elezioni, quale è stato il
sentire nei giorni scorsi della gente?
R. – E’ stata
una campagna elettorale veramente senza entusiasmo, senza grande interesse per molti
russi. Non è che ci sia stata grande scelta, quindi come campagna elettorale è stata
anche noiosa. Si è visto Medvedev ogni giorno, in televisione, che parlava dei progetti
sociali, delle varie iniziative dello Stato per migliorare la qualità della vita,
specialmente per i contadini D. – Invece, è meno scontato il
rapporto che ci sarà tra Putin e Medvedev ...
R.
– Questo, per i giornalisti, per gli analisti e per i sociologi è la questione veramente
interessante. Molti russi a questo non pensano: pensano che Putin e Medvedev siano
un po’ la stessa cosa. Però, ovviamente, un candidato che diventa presidente comunque
ha dei poteri molto, molto forti in Russia. Non può, necessariamente, essere controllato
da Putin. Quindi, sarà interessante nelle settimane, nei mesi a venire, vedere come
lavoreranno questi due uomini: se Putin diventa primo ministro, come ha detto durante
la campagna elettorale.