Rinnovate con il Vangelo la civiltà occidentale: così, il Papa dall’Aula Paolo VI
a 40 mila universitari in collegamento con Roma da città europee e americane, per
la veglia mariana
“Siate discepoli e testimoni del Vangelo, perché il Vangelo è il buon seme del Regno
di Dio, cioè della civiltà dell’amore! Siate costruttori di pace e di unità!”. E’
l’invito rivolto ieri pomeriggio dal Papa, in Aula Paolo VI, a circa 40 mila giovani
partecipanti - in diversi Paesi d’Europa e delle Americhe - alla veglia di preghiera
mariana, sul tema “Europa e Americhe insieme per costruire la civiltà dell'amore”.
L'evento è stato promosso dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa e organizzata
dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma. Il servizio è di
Paolo Ondarza:
(canto) “Siate
discepoli e testimoni del Vangelo! Siate costruttori di pace!”
Un
mandato agli universitari perché rinnovino la civiltà occidentale che in parte ha
tradito la sua ispirazione evangelica e cristiana. A consegnarlo, Benedetto XVI ai
10 mila giovani presenti in Aula Paolo VI e agli altri 30 mila video-collegati via
satellite dalle principali città europee e americane. L’invocazione a Maria Sedes
Sapientiae e la recita dei misteri gloriosi del Rosario ha infatti varcato i confini
del Vaticano estendendosi in un ideale abbraccio fraterno da Napoli ad Avignone, da
Bucarest a Minsk, da Toledo a Varsavia fino a Washington, Città del Messico, Puebla,
L’Avana, Loja, Aparecida.
Nelle testimonianze dei
giovani che hanno preceduto l’arrivo del Santo Padre in Aula Paolo VI è stata espressa
la difficoltà di smascherare ogni giorno le “false speranze”, l’ideologia del relativismo
che li circonda, il coraggio di dichiararsi apertamente cattolici.
(testimonianza
di un giovane brasiliano) “Vivere il Vangelo è ciò che da senso alla nostra
impresa intellettuale, è il completamento fondamentale della nostra razionalità”. A
queste parole hanno fatto eco quelle di un collega italiano:
“In
questo cammino non siamo soli. La presenza delle cappellanie universitarie è per tutti
noi il segno che la Chiesa ci sostiene e ci incoraggia”. “Il
cristianesimo – ha spiegato il Papa – costituisce un legame forte e profondo tra il
cosiddetto Vecchio Continente e il Nuovo Mondo. Basta pensare al posto fondamentale
che occupano la Sacra Scrittura e la Liturgia cristiana nella cultura e nell’arte
dei popoli europei e di quelli americani”. Tuttavia, oggi “c’è bisogno di un’onesta
e sincera riflessione, un esame di coscienza per vivificare questa comune ispirazione
evangelica”. Occorre discernere – ha aggiunto il Papa – tra ciò che costruisce la
“civiltà dell’amore”, secondo il disegno di Dio rivelato in Gesù Cristo, e ciò che
invece ad essa si oppone”. Benedetto XVI ha indicato ai partecipanti
al Rosario gli esempi di altri giovani portatori di spinte evangeliche nella storia
dei due continenti: Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi, Karl Leisner, Martino
di Porres, Rosa da Lima:
“Oggi, voi, giovani
europei e americani, Iddio vi chiama a cooperare, insieme con i vostri coetanei del
mondo intero, perché la linfa del Vangelo rinnovi la civiltà di questi due continenti
e di tutta l’umanità”. Senza la “linfa del Vangelo”
– ha spiegato il Papa – le differenze presenti nelle grandi città europee e americane,
sempre più cosmpolite, divengono motivo di divisione e di conflitto, non di arricchimento
reciproco. A tutti Benedetto XVI ha lanciato questo invito:
“Siate
intrepidi e generosi operatori della civiltà dell’amore, testimoniando la forza trasformatrice
del Vangelo nella cultura contemporanea dei vostri continenti”. L’Enciclia
“Spe Salvi”, meditata dai giovani nel corso della veglia mariana, è stato il dono
che il Papa ha fatto ai partecipanti, in versione CD con traduzione in 5 lingue.
(canto)
Ma
che cosa ha spinto questi giovani a partecipare all'evento di ieri con il Papa? Ecco
le risposte di alcuni di loro, raccolte da Marina Tomarro:
R. –
E’ un momento per noi molto importante perché siamo in comunione fraterna anche con
tutti i nostri colleghi dell’America e dell’Europa. Credo che sia un momento molto
importante, poter pregare insieme al Papa e insieme a tutti i nostri amici universitari.
R.
– Innanzitutto, è bellissimo perché c’è un ambiente calmo e molto coinvolgente. L’Aula
Paolo VI è grandiosa e quindi l’accoglienza del Papa e la sua presenza rende la giornata
molto bella e indimenticabile.
R. – Il desiderio
di fare un’esperienza speciale: noi sosteniamo il Santo Padre in tutto e per tutto.
R.
– Per me è stata un’emozione grandissima venire qui, ci tenevo moltissimo.
R.
– Per fede, per devozione. Sono qua per vedere il Papa che ho già visto più volte,
in più occasioni, ma non è mai abbastanza!
E durante
la Veglia mariana, il Papa ha invitato i ragazzi ad essere i primi costruttori della
civiltà dell’amore. Ma in che modo i giovani mettono in pratica questo invito? Ascoltiamo
alcuni commenti:
R. – Sicuramente, iniziando con
il rispetto l’uno per l’altro e facendo tutte le cose con un gran sorriso e cercando
di imparare dalle difficoltà che abbiamo nella vita di tutti i giorni per cercare
di costruire qualcosa di più pulito e di più nuovo.
R.
– Con piccoli gesti, mettendo ogni giorno in pratica piccole buone azioni senza cose
eclatanti, facendolo soprattutto per me stessa, senza dover rendere conto a qualcuno
oppure mettermi in mostra. Piccole buone azioni che io, con me stessa, so che fanno
bene anche ad un’altra persona.
R. – Innanzitutto,
con i colleghi universitari è fondamentale poter condividere le nostre difficoltà
nello studio, riuscire a superare insieme le difficoltà. Credo anche che sia fondamentale
capire che il nostro studio è un dono, un’occasione che noi abbiamo per costruire
insieme il nostro futuro, ma anche una società migliore, un mondo migliore.
R.
– Sopportando, tollerando, cercando di amare e di prodigarmi quanto più possibile
anche se è difficile farlo.