La Turchia approva una nuova legge per le fondazioni religiose non musulmane
Le fondazioni non musulmane in Turchia potranno accettare nuove donazioni e procedere
all’acquisto di nuove proprietà, oltre a poter collaborare con fondazioni straniere.
Potranno anche dare in affitto gli edifici di quelle scuole che sono chiuse per mancanza
di studenti, a causa dell’abbandono della Turchia da parte dei cristiani, a causa
delle leggi restrittive, applicate in passato nei loro confronti. Sono alcune delle
principali novità della nuova legge che regolano le finalità e il funzionamento delle
fondazioni. Con l’approvazione di questa legge firmata dal presidente Gul, la Turchia,
su sollecitazione dell’Unione Europea ha voluto adeguarsi nelle normative europee,
nella prospettiva del suo cammino per l’ingresso nella UE. S’è voluto così rimediare
a tutti i soprusi commessi dalla politca esercitata dalla Direzione generale delle
fondazioni nei confronti delle minoranze non musulmane. La nuova normativa non parla
invece di tutte le proprietà occupate (le cosiddette mazbut) dalla Direzione generale
delle fondazioni. L’occupazione è avvenuta con l’abbandono da parte dei proprietari
in seguito alla politica restrittiva nei confronti delle minoranze ed i beni sono
ormai proprietà dello Stato. Articolata invece la situazione per i beni che hanno
subito l’indebita confisca compiuta dallo Stato nel 1974. Essa trae origine da una
sentenza della Corte suprema con la quale si confiscavano tutte le donazioni e le
proprietà acquisite tra il 1936 e il 1974, dichiarate non legali in seguito ai fatti
di Cipro del 1974. Verranno restituite solo quelle non passate a terzi, se si presenterà
una richiesta dagli interessati entro 18 mesi. Fatto positivo è anche l’eliminazione
del concetto di reciprocità, invocato ogni volta che lo Stato “laico” si trovava a
violare il principio di uguaglianza dei propri cittadini non musulmani. D’ora in poi
il concetto di reciprocità verrà applicato solo per le fondazioni straniere in Turchia.
(R.P.)