2008-02-29 13:09:24

Benedetto XVI alla nuova ambasciatrice USA presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon: promuovere la democrazia e la pace nel mondo, non con la corsa alle armi ma con la difesa dei diritti umani, della vita e della famiglia


Un Paese che non ha mai nascosto i valori religiosi che sono alla base delle proprie convinzioni democratiche e che oggi più di ieri è chiamato ad esercitare una leadership internazionale nel senso della solidarietà: che deve tradursi in una riduzione delle spese militari in favore di un più solido sostegno alle nazioni povere. E’ l’opinione espressa da Benedetto XVI sul ruolo degli Stati Uniti, nel giorno in cui il Papa ha ricevuto le Lettere credenziali della nuova ambasciatrice americana presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon. Benedetto XVI ha parlato della lotta al terrorismo e della crisi in Medio Oriente, auspicando negoziati di pace risolutivi, basati sulla mediaizone degli organismi internazionali e non sul deterrente della corsa agli armamenti nucleari. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


E’ nel DNA degli Stati Uniti la difesa della vita lungo tutto l’arco della sua esistenza, la tutela della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, la convinzione che riferirsi alla religione anche nelle questioni politiche sia un valore piuttosto che un ostacolo, o che una vera democrazia non possa che essere fondata sul rispetto dei diritti umani e su criteri di equità, al di là delle differenze razziali. Se questi criteri hanno fornito un modello di riferimento per molte nazioni di recente nascita, essi stessi devono continuare a guidare gli Stati Uniti al loro interno e nella loro presenza sullo scacchiere geopolitico internazionale. Nel ricevere l’ambasciatrice Mary Ann Glendon - 70 anni il prossimo ottobre, sposata e madre di tre figli, ben conosciuta negli ambienti vaticani per essere stata, dal 2004 fino a pochi giorni fa, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali - Benedetto XVI ha detto di apprezzare "i notevoli sforzi degli Stati Uniti volti a scoprire mezzi creativi per alleviare i gravi problemi che affliggono tanti popoli e nazioni nel mondo. La costruzione di un futuro più sicuro per la famiglia umana vuol dire in primo luogo e soprattutto - ha osservato - lavorare per lo sviluppo integrale dei popoli, in particolare attraverso la fornitura di adeguata assistenza sanitaria, l'eliminazione delle pandemie come l'AIDS, più ampie opportunità di formazione per i giovani, la promozione delle donne e il contenimento della corruzione e della militarizzazione, che distoglie risorse preziose da molti dei nostri fratelli e sorelle nei Paesi più poveri”.

 
Purtroppo, ha constatato il Papa, “il progresso della famiglia umana è minacciato non solo dalla piaga del terrorismo internazionale, ma anche da minacce alla pace dovute all’accelerazione della corsa agli armamenti e alle continue tensioni in Medio Oriente. Colgo questa occasione - ha proseguito - per esprimere la mia speranza che negoziati pazienti e trasparenti portino alla riduzione e all’eliminazione delle armi nucleari e che la recente Conferenza di Annapolis sia il primo di una serie di passi verso una pace duratura nella regione”. Benedetto XVI ha invitato “a confidare e ad impegnarsi” in favore del lavoro svolto dagli organismi internazionali, come l'ONU. “La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, della quale celebriamo quest'anno il sessantesimo anniversario, è stato - ha asserito il Pontefice - il prodotto di un riconoscimento a livello mondiale del fatto che un giusto ordine mondiale non può che essere basato sul riconoscimento e sulla difesa della dignità e dei diritti inviolabili di ogni uomo e donna (…) Sono fiducioso - ha soggiunto - che il vostro Paese, fondato sulla verità evidente che il Creatore ha dotato ogni essere umano di alcuni diritti inalienabili, continuerà a trovare nei principi della legge morale comune, sanciti nei suoi documenti istitutivi, una guida sicura per esercitare la sua leadership in seno alla comunità internazionale”.

 
Inoltre, ha riconosciuto Benedetto XVI , “non posso non notare con gratitudine l'importanza che gli Stati Uniti hanno attribuito al dialogo interreligioso e interculturale inteso come una forza positiva per la pace. La Santa Sede - ha ribadito - è convinta del grande potenziale spirituale che rappresenta questo dialogo, in particolare per quanto riguarda la promozione della non violenza e il rifiuto delle ideologie che manipolano e travisano la religione per scopi politici e per giustificare la violenza in nome di Dio". Infine, il Papa è passato a riflettere sui temi etici, dando risalto a quello che ha definito lo "storico apprezzamento del popolo americano per il ruolo della religione nella formazione dei pubblici dibattiti", ma anche per non aver mai rinnegato la "dimensione morale delle questioni sociali". Questa tendenza, a volte contestata - ha criticato - "in nome di un ristretta comprensione della vita politica e del dibattito pubblico", si riflette, ha concluso Benedetto XVI, "negli sforzi di tanti vostri concittadini e capi di governo volti a garantire la protezione giuridica per il dono divino della vita, dal concepimento alla morte naturale, e per la salvaguardia dell'istituzione del matrimonio, riconosciuto come stabile unione tra un uomo e una donna, oltre che della famiglia”.







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