Caracas: attivisti politici occupano la sede dell'arcivescovado. La condanna di Chavez
E’ durata due ore l’occupazione, ieri a Caracas, della sede dell’arcivescovado da
parte di studenti e attivisti politici. Il gruppo, 15 persone, ha parlato di una manifestazione
pacifica per il rilascio di un rappresentante del movimento studentesco vicino all’opposizione
che da un anno si è rifugiato nella sede della nunziatura apostolica. Contestate anche
alcune posizioni della Chiesa definita “conservatrice”. Il presidente venezuelano
Hugo Chavez ha condannato l'episodio. Paolo Ondarza ha raggiunto telefonicamente
in Venezuela il vescovo ausiliare di Caracas mons. Jesus Gonzales:
R. -
Poco prima delle nove del mattino, sono arrivati in fretta una quindicina di studenti,
si sono presentati come vicini al pensiero del presidente della Repubblica, vicini
a Lina Ron, la leader di un partito politico. Hanno voluto leggere un comunicato per
esprimere all’opinione pubblica nazionale le loro idee, il loro pensiero sulla realtà
nazionale; hanno anche fatto qualche domanda relativa al lavoro della Chiesa.
D.
– Come mai, secondo lei, hanno occupato proprio l’arcivescovado di Caracas? Non c’è
un attacco alla Chiesa?
R. – No, non credo che sia
propriamente questo. Hanno occupato questo luogo per il suo significato. Qui siamo
al centro della città e per questo credo che siano venuti proprio qui.
D.
– Faceva riferimento a critiche che hanno espresso nei confronti della Chiesa...
R.
– Durante l’occupazione, hanno fatto critiche sulla posizione dei vescovi, sulla realtà
nazionale, sulla posizione di fronte al governo attuale...
D.
– Come avete vissuto questi momenti?
R. – Sono stati
momenti di tensione: gli studenti hanno detto che non era una manifestazione violenta
ma pacifica, hanno espresso le loro posizioni, hanno chiuso la porta, hanno detto
che dovevamo andare via dall’arcivescovado, cosa che noi non abbiamo accettato. In
questo momento stiamo tutti bene, abbiamo detto a tutti gli studenti che la Chiesa
è sempre aperta al dialogo, sulla realtà nazionale, che la Chiesa non è un partito
politico e che cerca sempre il benessere comune della società.